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Stellantis lascia ACEA e annuncia il Freedom of Mobility Forum
Stellantis si conferma ancora una volta sensibile al tema della mobilità sostenibile, lasciando ufficialmente ACEA, l’associazione europea dei Costruttori. Attraverso un comunicato stampa, il conglomerato nato dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e Peugeot Group ha annunciato due novità importanti. Con una promessa: di divulgare maggiori dettagli a riguardo in un secondo momento.
Stellantis: doppia novità per una mobilità sostenibile
In merito alla transizione ecologica, il gruppo ha annunciato la costituzione del Freedom of Mobility Forum. Secondo quanto riporta Stellantis stessa consisterà in “un incontro annuale aperto di appassionati risolutori di problemi impegnati in un processo decisionale basati sui fatti, che individui le soluzioni per portare libertà di mobilità pulita, sicura e conveniente per la società a fronte delle implicazioni del riscaldamento globale”.
Il primo appuntamento è in programma per l’apertura del 2023 e sarà gestito da un comitato consultivo di esperti, chiamati a esprimersi su temi quali la tecnologia, l’accademia, la scienza e la politica. La tavola rotonda accoglierà dibattiti sulla base di quattro principi cardine: visione globale, discussioni basate sui fatti, trasparenza e rispetto tra i partecipanti.
A presentare il forum è anche l’amministratore delegato Carlos Tavares: “Le sfide ambientali che ci attendono richiedono un approccio a 360 gradi efficiente, globale e inclusivo che coinvolga tutti coloro che desiderano contribuire alla costruzione di una mobilità sostenibile. I partecipanti potranno riunirsi per affrontare le questioni chiave che riguardano la mobilità decarbonizzata. È in gioco l’accesso a una mobilità pulita, sicura e conveniente per i cittadini di tutto il mondo”.
Al momento non sono state puntualizzate le ragioni dell’abbandono ad ACEA entro il 2022. Probabilmente, però, è frutto almeno in parte del pronunciamento del Parlamento Europeo di bandire i motori a combustione dal 2035. Del resto, il CEO in persona aveva in tempi non sospetti definito il processo di elettrificazione come “una decisione politica e non industriale”.
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