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Stellantis, l’allarme della Fiom: “Occupazione in calo e piano industriale fallito”

La Fiom-Cgil denuncia un calo di oltre 9.600 lavoratori negli stabilimenti italiani di Stellantis. L’ad Filosa annuncia però un cambio di rotta.
La Fiom-Cgil ha lanciato un duro allarme sulla situazione degli stabilimenti Stellantis in Italia. Secondo il dossier “La grande fuga“, dal 2020 al 2024 il gruppo automobilistico ha perso 9.656 posti di lavoro, passando da 37.288 a 27.632 dipendenti. Le uscite, prevalentemente volontarie e legate a prepensionamenti, sono avvenute tramite strumenti che la Fiom non ha mai sottoscritto. Per il segretario generale Michele De Palma, si tratta di un declino pianificato che sta minando la tenuta occupazionale del settore.
“Meloni non può più far finta che non ci sia un problema legato all’automotive e a Stellantis nel nostro Paese”, ha dichiarato De Palma, minacciando mobilitazioni se non ci saranno risposte concrete entro un mese.
Dividendi agli azionisti, crisi per i lavoratori
Il sindacato ha puntato il dito contro la strategia industriale del gruppo, accusando Stellantis di aver privilegiato gli interessi finanziari rispetto a quelli produttivi. “Tra il 2021 e il 2024 sono stati distribuiti 14 miliardi di euro di dividendi agli azionisti, mentre il 61% dei lavoratori è stato coinvolto in ammortizzatori sociali”, ha spiegato De Palma. La Fiom chiede ora una svolta netta, con nuovi modelli mass market, rilancio di Maserati e Alfa Romeo, riattivazione della gigafactory per le batterie, investimenti in ricerca e sviluppo e nuove assunzioni.
L’obiettivo minimo dichiarato dal sindacato è ambizioso: riportare la produzione italiana ad almeno un milione di veicoli all’anno. Per ottenere risultati concreti, la Fiom chiede di spostare il tavolo di confronto da Mimit a Palazzo Chigi, giudicando l’attuale interlocuzione “insufficiente”.

Filosa: “Serve flessibilità, nuovi modelli in arrivo”
Nel frattempo, l’amministratore delegato Antonio Filosa ha tracciato le linee guida del nuovo corso Stellantis. Durante l’Autumn Conference 2025 di Kepler Cheuvreux, Filosa ha indicato tre priorità: crescita del business, semplificazione dei processi e aumento della redditività. In attesa del nuovo piano industriale 2026, ha annunciato il ritorno di modelli chiave: il motore V8 HEMI, la nuova Dodge Charger, la Jeep Cherokee e un nuovo pick-up RAM.
Il calo di quota di mercato negli USA – dal 12% al 7% – è stato attribuito proprio all’eliminazione di modelli storici. Per invertire la rotta, Filosa punta a “dare agli automobilisti ciò che vogliono”, replicando il successo del Sud America.
In Europa, ha chiesto maggiore flessibilità normativa e ha criticato l’approccio troppo rigido della UE, condividendo la posizione dell’ACEA. Ha inoltre sollecitato Bruxelles a sostenere il rilancio del segmento delle auto compatte, sottolineando che “il piccolo consuma ed emette meno rispetto al grande”. Centrale anche la richiesta di una vera neutralità tecnologica, per poter competere con mercati più agili.

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