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Stellantis, che mazzata: i dazi di Trump si fanno sentire

Stimato un impatto di 1,5 miliardi di euro. Il nuovo CEO Antonio Filosa annuncia tagli, rilanci e una strategia rinnovata per uscire dalla crisi.
Il 2025 di Stellantis si conferma un anno difficile. Il gruppo automobilistico ha comunicato che l’effetto complessivo delle politiche protezionistiche volute dal presidente americano Donald Trump peserà per 1,5 miliardi di euro sul bilancio annuale, con 300 milioni già contabilizzati nei primi sei mesi. Una cifra che, secondo il neo CEO Antonio Filosa, rappresenta solo una delle tante difficoltà esterne che la società deve affrontare in un contesto internazionale sempre più instabile.
Dazi USA e crisi del primo semestre: Stellantis perde 2,3 miliardi
Il fatturato consolidato del gruppo è sceso a 74,3 miliardi di euro (-12,6% su base annua), mentre il risultato netto è in rosso per 2,3 miliardi, a fronte di un utile di 5,65 miliardi nello stesso periodo del 2024. I flussi di cassa industriali sono negativi per 3 miliardi e il margine operativo adjusted si è fermato a 500 milioni, in netto calo rispetto agli 8,5 miliardi dell’anno precedente. Un quadro che ha costretto Stellantis a rivedere i piani e ad adottare decisioni drastiche, come la cancellazione dei progetti a idrogeno non redditizi e l’abbandono di iniziative poco allineate ai bisogni del mercato.
Il rilancio secondo Filosa: nuovi modelli e ritorno del motore Hemi
Nel suo primo intervento ufficiale da amministratore delegato, Antonio Filosa ha mostrato fiducia, pur riconoscendo le difficoltà: “Il 2025 è stato e sarà un anno complicato, ma cominciamo a vedere segnali di miglioramento rispetto alla seconda metà del 2024”. Il manager punta su una strategia chiara e pragmatica: rilanciare la gamma di prodotti, aumentare la qualità industriale e ridare slancio a mercati chiave come Nord America ed Europa.
Tra le decisioni più significative, il ritorno del motore Hemi V8, voluto per intercettare la domanda degli appassionati americani. “È stato un rilancio rapido, deciso in meno di dieci mesi e già con oltre 10.000 ordini in 24 ore“, ha spiegato Filosa. Accanto a questo, Stellantis prevede sette nuovi modelli nel secondo semestre, con propulsori ICE, HEV e MHEV, rivedendo scelte passate che avevano escluso questi segmenti dalla gamma.
Importante anche il debutto di nuove vetture del segmento B in Europa: la Fiat Grande Panda, la Citroën C3 Aircross e la Opel Frontera. Tutti modelli pensati per rafforzare la presenza nei segmenti più popolari e migliorare l’immagine del gruppo in un mercato europeo esigente.

Nord America in difficoltà, Europa da riconquistare
Il problema principale per Stellantis resta il mercato nordamericano, storicamente tra i più redditizi per il gruppo. “Dobbiamo tornare nei segmenti in cui siamo stati assenti, migliorare l’esecuzione industriale e rilanciare il canale flotte”, ha dichiarato Filosa. Anche l’Europa è sotto osservazione: qui la priorità è aumentare la redditività e lanciare prodotti rapidamente e con qualità elevata.
Per il futuro, Stellantis guarda al Capital Markets Day del 2026, dove sarà presentato il nuovo piano industriale strategico a lungo termine. L’obiettivo è chiaro: “ricostruire la redditività”, anche attraverso scelte coraggiose e la valorizzazione del capitale umano. “Mi piacciono la responsabilità e la trasparenza. Non cerco colpe, ma soluzioni. Agiamo con energia e con coraggio”, ha concluso il CEO.
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