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Stellantis, 2025 da incubo: solo un marchio fa peggio

Le cose non si mettono bene e la gestione Filosa fa i conti con un guaio.
Il primo semestre del 2025 si conferma un periodo difficile per Stellantis, che ha annunciato dati preliminari di bilancio non ancora sottoposti a revisione contabile, evidenziando una perdita netta significativa e un calo nelle consegne globali. Questi risultati anticipano i dettagli completi che verranno resi noti il prossimo 29 luglio, in occasione della conferenza stampa convocata dall’amministratore delegato Antonio Filosa e dal direttore finanziario Doug Ostermann.
Nel primo semestre 2025, Stellantis stima ricavi netti pari a 74,3 miliardi di euro, con una perdita netta che raggiunge i 2,3 miliardi di euro. L’utile operativo rettificato si attesta a 500 milioni di euro, un dato che risente di diversi fattori negativi. Tra questi, si evidenziano i costi industriali in aumento, variazioni sfavorevoli del mix geografico e fluttuazioni dei tassi di cambio. Il management del gruppo sottolinea però che i nuovi modelli recentemente introdotti sul mercato dovrebbero iniziare a generare risultati migliori nella seconda metà del 2025.
Particolarmente rilevanti sono gli oneri netti al lordo delle imposte, stimati in circa 3,3 miliardi di euro, che non sono stati inclusi nell’utile operativo rettificato. Questi oneri derivano principalmente dai costi legati alla cancellazione di alcuni programmi, svalutazioni di piattaforme produttive, e impatti normativi come la rimozione della sanzione prevista dal regolamento CAFE negli Stati Uniti. A questi si aggiungono le spese connesse alle ristrutturazioni in corso.
L’impatto dei dazi e la flessione delle consegne globali
Un capitolo a parte riguarda l’effetto delle tariffe imposte dagli Stati Uniti, che hanno inciso per circa 300 milioni di euro in dazi netti. Queste misure hanno inoltre comportato una perdita di produzione programmata, a causa dell’attuazione del piano di risposta strategica da parte del gruppo.
Dal punto di vista commerciale, Stellantis stima consegne consolidate a livello mondiale pari a 1,4 milioni di veicoli nel secondo trimestre del 2025, segnando un calo del 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il rallentamento è attribuito principalmente alle pause produttive legate all’imposizione dei dazi nordamericani e alla transizione del portafoglio prodotti in Europa allargata, dove diversi modelli chiave sono in fase di rilancio o in attesa di iniziare la produzione nella seconda parte dell’anno.
Nord America ed Europa: dinamiche di mercato a confronto
Analizzando i dati più nel dettaglio, la regione Nord America ha registrato una diminuzione di circa 109.000 unità consegnate nel secondo trimestre, rispetto allo stesso periodo del 2024. Tuttavia, i marchi principali Jeep e Ram hanno mostrato una crescita complessiva delle vendite del 13%, evidenziando una performance positiva nonostante il contesto generale difficile.

Vendite in calo, cosa succede – www.Mondo-Motori.it
In Europa allargata, invece, le consegne sono scese di circa 50.000 unità, corrispondenti a un calo del 6% rispetto al 2024. In questo scenario, alcuni modelli di punta come la Citroën C3 e C3 Aircross, Opel/Vauxhall Frontera e la Fiat Grande Panda hanno registrato una crescita del 45% nelle consegne rispetto al primo trimestre del 2025, con un aumento di circa 25.000 unità. Questi dati suggeriscono un’inversione di tendenza positiva per alcuni prodotti, in attesa dell’avvio di nuove produzioni nella seconda metà dell’anno.
L’andamento complessivo del gruppo riflette quindi un equilibrio tra difficoltà strutturali legate a fattori esterni, come i dazi e le normative internazionali, e segnali di ripresa supportati dall’introduzione di nuovi modelli e dalla progressiva stabilizzazione della produzione.
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