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Segnalare posti di blocco su Telegram: è legale?
Se segnalare posti di controllo o di blocco nelle chat di Telegram è legale. Le normative e le interpretazioni attuali sulla questione.
Negli ultimi anni, Telegram è diventata una piattaforma popolare per la comunicazione, e una delle pratiche più discusse è quella di segnalare i posti di controllo o di blocco delle forze dell’ordine nelle chat. Ma queste segnalazioni sono legali? La risposta, come spesso accade, non è così semplice e dipende da diversi fattori.
Le segnalazioni in chat sono considerate reato?
La questione delle segnalazioni di posti di blocco su Telegram è complessa e soggetta a interpretazioni giuridiche. Secondo una prima tesi, condivisa da molti esperti legali, queste segnalazioni potrebbero costituire un reato. La base giuridica di questa posizione si trova nell’articolo 340 del Codice Penale, che stabilisce che chiunque “turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico” può essere punito con una pena che varia da uno a cinque anni di reclusione. Di conseguenza, chi segnala i posti di controllo per permettere agli automobilisti di evitare multe o sanzioni potrebbe essere considerato colpevole di questo reato.
Tuttavia, esiste anche una seconda tesi, secondo cui queste segnalazioni non configurano un reato specifico, poiché non sono esplicitamente previste dalle normative attuali. In alcuni casi, i giudici hanno deciso di non perseguire i membri delle chat per questo tipo di comportamento. Tuttavia, non si può escludere che in futuro la legge venga modificata per affrontare direttamente questa lacuna.
I fattori da considerare: il contesto della chat
Non tutte le segnalazioni su Telegram hanno lo stesso peso legale. Un aspetto cruciale da considerare è il tipo di gruppo in cui queste informazioni vengono condivise. Se il gruppo è ristretto e privato, potrebbe essere più difficile dimostrare l’intento di ostacolare il lavoro delle forze dell’ordine. Al contrario, in gruppi pubblici o molto estesi, le segnalazioni possono avere un impatto più significativo e, di conseguenza, rischiare di essere perseguibili.
Secondo Antonio D’Agostino, vicepresidente dell’Associazione Polizie Locali Comandi del Lazio, in alcuni casi la segnalazione può addirittura configurarsi come favoreggiamento. Questo potrebbe accadere se, attraverso le informazioni condivise, una persona ricercata riesce a sfuggire alle autorità.
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