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Scaldare il motore prima della partenza, serve o danneggia l’auto? Il meccanico risponde

Guidatori meccanico modelli

Nell’universo automobilistico, una delle domande più frequenti riguarda l’effettiva utilità di scaldare il motore da fermi.

Questo gesto, spesso ritenuto indispensabile da molti automobilisti, è stato recentemente analizzato da esperti meccanici che hanno fornito chiarimenti importanti, soprattutto alla luce delle tecnologie attuali dei motori.

La questione se sia necessario accendere il motore e lasciarlo al minimo per 5-10 minuti prima di partire trova una risposta precisa da parte dei professionisti del settore: scaldare il motore ha senso, ma non da fermi. È infatti un errore comune pensare che la fase di minimo prolungato favorisca il riscaldamento rapido e uniforme dell’olio motore e degli altri fluidi essenziali. Al contrario, quando il motore resta acceso senza muoversi, l’olio motore impiega più tempo a raggiungere la temperatura ottimale e a circolare correttamente in tutte le sedi critiche.

Il risultato di questa pratica è un consumo inutile di carburante, l’accumulo di residui nella camera di combustione e una lubrificazione meno efficace proprio nel momento in cui il motore ne avrebbe maggiore bisogno. Il consiglio pratico offerto da meccanici esperti è quindi di partire subito ma guidare con estrema dolcezza, evitando accelerazioni brusche e cambi repentini, fino a che olio motore, liquido refrigerante e, nei veicoli che ne sono dotati, anche l’olio del cambio, non raggiungano la temperatura di esercizio ideale.

Come sottolinea un meccanico italiano: «Lasciare un motore acceso e fermo per 10 minuti non serve a nulla, anzi può danneggiare il motore. Parti con calma, vai piano e non forzare il motore: niente accelerazioni brusche, niente riprese con marce alte e niente tirate al limitatore». Nei mesi estivi, bastano due o tre minuti di guida tranquilla per portare il motore a regime, mentre in inverno la fase di riscaldamento si prolunga fino a circa 10 minuti.

Motori moderni e riscaldamento: come cambia la tecnica

Con l’avvento dei motori a iniezione elettronica e delle centraline che gestiscono con precisione miscela e regime motore, la fase di avviamento a freddo è stata profondamente rivoluzionata. Le centraline regolano automaticamente la quantità di carburante e il regime di minimo, ottimizzando la combustione e permettendo al motore di riscaldarsi più rapidamente durante la marcia.

Infatti, il motore raggiunge la temperatura ottimale più rapidamente quando l’auto è in movimento: il leggero carico durante la guida favorisce la circolazione dei fluidi e il riscaldamento uniforme di olio e liquido refrigerante. Questo permette anche un rapido riscaldamento dell’abitacolo, migliorando il comfort per il conducente e i passeggeri.

Gli enti energetici e ambientali raccomandano dunque di limitare il tempo trascorso al minimo a freddo, attendendo solo il tempo necessario per avviarsi in sicurezza – come lo sgombero dei vetri, il controllo degli specchietti e l’allacciamento della cintura – e poi partire con un piede leggero, evitando sollecitazioni eccessive. Tale consiglio è valido anche per i motori diesel moderni, che spesso sono dotati di sistemi ausiliari per accelerare il riscaldamento dei fluidi.

Con l’arrivo dell’autunno e la presenza di temperature ancora miti a settembre, bastano pochi minuti di guida tranquilla per sentire il motore più reattivo e l’olio più fluido. In inverno, soprattutto in presenza di gelate, la fase di riscaldamento si allunga: è consigliabile percorrere alcuni chilometri senza accelerazioni brusche, evitando velocità elevate e riprese in marce lunghe. Questo permette all’olio motore di raggiungere gradualmente la temperatura ideale, garantendo una lubrificazione ottimale di componenti critici come cuscinetti e turbocompressore.

Alcuni suggerimenti pratici da tenere sempre a mente:

  • Parti piano e concentrati sulla fluidità della guida, non sulle prestazioni.
  • Evita di lasciare il motore al minimo per lunghi periodi.
  • Prima di partire, controlla la visibilità assicurandoti che sbrinatori e tergicristalli siano funzionanti.
  • Usa esclusivamente i fluidi con viscosità e specifiche indicate dal manuale d’uso del veicolo.

Consumi, emissioni e normative: perché evitare il minimo prolungato

Mantenere il motore acceso in sosta per un tempo prolungato comporta un consumo di carburante eccessivo senza benefici reali per il riscaldamento del motore. Inoltre, aumenta l’emissione di inquinanti nocivi, contribuendo negativamente alla qualità dell’aria. Per questi motivi, alcuni Comuni italiani hanno introdotto divieti locali contro il motore acceso durante la sosta, mentre il Codice della Strada vieta esplicitamente di tenere acceso il motore per alimentare l’aria condizionata a veicolo fermo, con relative sanzioni.

Oltre alla normativa, è questione di buon senso: ridurre il tempo al minimo significa anche limitare la formazione di depositi carboniosi e odori sgradevoli, migliorando la vivibilità per chi abita vicino alle strade trafficate.

La risposta definitiva è quindi che scaldare il motore serve, ma è molto meglio farlo guidando con calma e prudenza. In estate, pochi minuti di andatura leggera sono sufficienti per portare il motore a regime, mentre in inverno è necessario prolungare questa fase di guida dolce fino a quando olio motore e liquido refrigerante raggiungono la temperatura ideale. In questo modo si evitano sprechi di carburante, si protegge il motore dall’usura precoce e si raggiunge più rapidamente l’efficienza ottimale del veicolo. Infine, è sempre consigliabile consultare il manuale di uso e manutenzione del proprio veicolo, poiché alcune marche e modelli possono prevedere indicazioni specifiche su questa pratica.

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