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Richiamo di sicurezza, Stellantis sotto accusa: questione gravissima
La class action sugli airbag Takata: un passo avanti per i consumatori mondo-motori.it
La Corte d’Appello di Torino ha confermato l’ammissione della class action sugli airbag Takata, rigettandolo.
Infatti il reclamo presentato da Citroën, Stellantis e Groupe PSA Italia contro l’ordinanza del tribunale di Torino che, lo scorso aprile, aveva dato il via libera all’azione collettiva promossa dal Movimento Consumatori e altre associazioni. Questa importante decisione giudiziaria riguarda il risarcimento dei danni subiti dai proprietari di veicoli Citroën C3 e DS3 a causa dell’installazione di airbag difettosi prodotti dalla ormai fallita Takata, il cui malfunzionamento può causare gravi rischi per l’incolumità degli automobilisti.

L’azione di Altroconsumo e del Movimento Consumatori si conferma un punto di riferimento per i consumatori danneggiati dalla vicenda degli airbag Takata. Le associazioni hanno invitato tutti i proprietari di veicoli Citroën C3 e DS3 interessati a visitare i loro siti ufficiali per ottenere informazioni sulle modalità di adesione alla class action, la cui scadenza è fissata al 10 settembre 2025.
Altroconsumo ha sottolineato come la decisione della Corte d’Appello di Torino rafforzi la validità dell’azione collettiva, evidenziando il peso della questione che ha coinvolto un numero così elevato di automobilisti italiani. L’associazione ha inoltre inviato una formale diffida a PSA per accelerare gli interventi e ridurre al minimo i disagi causati dall’assenza di veicoli sostitutivi durante i lunghi periodi di attesa.
La class action rappresenta quindi un’opportunità concreta per ottenere un risarcimento che tenga conto non solo del danno materiale, ma anche di quello morale e pratico subito dagli automobilisti, a causa di una gestione insufficiente di un problema potenzialmente letale.
Le sentenze della Corte d’Appello, organo competente per le impugnazioni contro le decisioni di primo grado, confermano la necessità di una tutela giuridica efficace nei confronti dei consumatori, anche in un contesto complesso come quello delle responsabilità delle case automobilistiche nella gestione dei richiami di sicurezza.
Il caso degli airbag Takata rappresenta una delle emergenze piĂą rilevanti nel settore automotive, avendo coinvolto milioni di veicoli in tutto il mondo, inclusi oltre 170.000 automobilisti italiani. I dispositivi difettosi sono stati oggetto di numerosi richiami urgenti, in quanto possono esplodere con forza eccessiva in caso di incidente, causando lesioni gravi o addirittura la morte.
La class action promossa da Movimento Consumatori e Altroconsumo si propone di ottenere un risarcimento per i disagi e i danni subiti dagli utenti, che in molti casi sono rimasti senza auto per settimane o mesi a causa delle lunghe attese per la sostituzione degli airbag. In particolare, la richiesta include un indennizzo di 1.500 euro per danni non patrimoniali e un rimborso giornaliero di 17,24 euro per ogni giorno di ritardo nella sostituzione, equivalente al costo medio del noleggio di un’auto sostitutiva.
Alessandro Mostaccio, segretario generale del Movimento Consumatori, ha espresso soddisfazione per la decisione della Corte d’Appello e ha sottolineato la necessità che le aziende coinvolte vengano condannate al risarcimento. Tuttavia, ha anche denunciato una nuova criticità : la mancanza di un divieto di utilizzo per gli airbag difettosi montati su diversi veicoli Opel, anch’essi parte del gruppo Stellantis, nonostante il rischio sia identico. Il Movimento Consumatori ha pertanto diffidato PSA a mettere in campo tutte le misure di sicurezza necessarie per tutti i modelli coinvolti, minacciando di rivolgersi nuovamente ai tribunali per ottenere un blocco della circolazione qualora non si adottassero soluzioni adeguate.
Le difficoltĂ degli automobilisti e i ritardi nella sostituzione degli airbag
La vicenda ha avuto un impatto significativo sulla vita quotidiana di molti automobilisti. Già a fine 2023 erano stati avviati i primi richiami da parte di Citroën, con l’invito a recarsi presso officine autorizzate per il controllo e la sostituzione degli airbag difettosi. Tuttavia, la situazione è rapidamente degenerata quando, nei mesi successivi, è stata disposta la sospensione immediata della guida dei veicoli interessati a causa del pericolo di esplosione.
Numerosi utenti hanno incontrato enormi difficoltà nel fissare appuntamenti presso le officine autorizzate, affrontando lunghi tempi di attesa e la carenza di pezzi di ricambio. Inoltre, la registrazione delle richieste di sostituzione sul sito ufficiale di Citroën è risultata problematica per molti. Questi disservizi hanno lasciato molti automobilisti senza auto, costretti a soluzioni alternative spesso costose.
Le associazioni hanno raccolto centinaia di segnalazioni di disagi, tra cui testimonianze di attese protratte per mesi senza alcuna risposta concreta da parte della casa automobilistica. Alcuni esempi evidenziano la frustrazione degli utenti, che hanno denunciato la mancanza di comunicazioni tempestive e di un’adeguata assistenza, nonostante il rischio elevato legato alla presenza degli airbag difettosi.

La posizione delle associazioni e le opportunitĂ per i consumatori
L’azione di Altroconsumo e del Movimento Consumatori si conferma un punto di riferimento per i consumatori danneggiati dalla vicenda degli airbag Takata. Le associazioni hanno invitato tutti i proprietari di veicoli Citroën C3 e DS3 interessati a visitare i loro siti ufficiali per ottenere informazioni sulle modalità di adesione alla class action, la cui scadenza è fissata al 10 settembre 2025.
Altroconsumo ha sottolineato come la decisione della Corte d’Appello di Torino rafforzi la validità dell’azione collettiva, evidenziando il peso della questione che ha coinvolto un numero così elevato di automobilisti italiani. L’associazione ha inoltre inviato una formale diffida a PSA per accelerare gli interventi e ridurre al minimo i disagi causati dall’assenza di veicoli sostitutivi durante i lunghi periodi di attesa.
La class action rappresenta quindi un’opportunità concreta per ottenere un risarcimento che tenga conto non solo del danno materiale, ma anche di quello morale e pratico subito dagli automobilisti, a causa di una gestione insufficiente di un problema potenzialmente letale.
Le sentenze della Corte d’Appello, organo competente per le impugnazioni contro le decisioni di primo grado, confermano la necessità di una tutela giuridica efficace nei confronti dei consumatori, anche in un contesto complesso come quello delle responsabilità delle case automobilistiche nella gestione dei richiami di sicurezza.
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