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Produzione pneumatici, fabbriche argentine in sciopero: la reazione di Pirelli
Le fabbriche argentine addette alla produzione degli pneumatici hanno proclamato lo sciopero in massa, anche nei centri Pirelli.
I conflitti sindacali non tengono banco solo in Italia. Ma del resto chi poteva credere il contrario? Tuttavia, ci sono screzi e screzi, dissapori e dissapori. Dura da ormai cinque lunghi mesi la disputa sulla produzione di pneumatici in Argentina, dove, tra le altre compagnie, opera un gigante come Pirelli. Il settore è pesantemente colpito da quanto sta accadendo e, aspetto ancora più preoccupante, non si scorge la luce in fondo al tunnel, una soluzione in grado di soddisfare (almeno in parte) ogni soggetto interessato.
La vertenza, di carattere salariale, vede il sindacato argentino dei lavoratori degli pneumatici (Sutna) fronteggiare le grandi compagnie dell’industria, tra cui la già citata Pirelli, la giapponese Bridgestone, e l’argentina Fate. Ancora adesso gli attori coinvolti sono impegnati a valutare la chiave di volta per avvicinare le pretese dei due schieramenti. Venerdì il Sutna ha decretato uno sciopero a tempo indeterminato. L’ennesima aggravante di un quadro dove gli stabilimenti, tutti operanti nella provincia di Buenos Aires, erano anzitempo paralizzate.
Il comunicato di Pirelli
In una nota, i portavoce della Pirelli hanno reagito asserendo che “ancora una volta Sutna ha tenuto bloccato l’impianto per diversi giorni, alterando la normale attivitĂ produttiva”.Â
“L’utilizzazione di questi metodi – aggiunge il documento – oltre ad essere illegale, è profondamente autoritaria e antidemocratica, poichĂ© viola diritti fondamentali come la libertĂ di movimento e di lavoro sanciti dalla Costituzione”.Â
La Pirelli è presente in Argentina da oltre un secolo, 112 anni per l’esattezza, e nel 2021 ha effettuato un investimento nell’impianto di Merlo, costituendo una divisione adibita agli pneumatici delle moto, l’unica esistente nell’intero Paese sudamericano. La manovra societaria ha creato 300 nuovi posti di lavoro, di cui 70 legati alle due ruote, portando il totale dei dipendenti a circa 1.400, con un aumento pure della manodopera dell’indotto.Â
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