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PrankPort, il trucco per sostare nei parcheggi delle auto elettriche
Ecco cos’è il PrankPort, un nuovo trucco che permette di sostare all’interno dei parcheggi destinati alle auto elettriche.
In prossimità del Natale, un’idea regalo da fare ad amici e parenti potrebbe essere proprio il PrankPort. Si tratta di un dispositivo adatto anche a chi non possiede un’auto elettrica, e che permette di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo.
A vederlo potrebbe sembrare il tipico caricatore delle auto elettriche, ed effettivamente le sue funzioni non sono lontani da ciò che fanno questi dispositivi. Questo avviene infatti tramite simulazione dell’azione stessa.
Idea regalo per Natale: ecco a cosa serve
Il dispositivo in questione si occuperà di simulare una regolare operazione di ricarica, così che si possa sostare all’interno dei parcheggi destinati alle auto elettriche. A livello puramente estetico, questo dispositivo presenta un magnete identico ai caricabatterie.
Coloro che hanno un’auto a benzina o Diesel, potranno utilizzare questo piccolo apparecchio e fare in modo che la loro auto somigli ad una con motore elettrico. Di per sé non ha un’utilità effettiva, se non puramente accessoria. Ci sono tuttavia delle polemiche.
L’utenza sul web si è divisa tra chi pensa che possa essere un accessorio curioso e simpatico, e chi pensa che invece approfittando di questo apparecchio si possa sostare dentro ai parcheggi destinati proprio alle auto elettriche.
Questo apparecchio va infatti utilizzato con parsimonia, poiché ci sono rischi e sanzioni collegate ad esso.
I rischi e le sanzioni previste
I rischi e le sanzioni previste per coloro che occuperanno i posti dedicati approfittando di questo apparecchio, saranno di 40 euro per i mezzi a due ruote, e 85 per i veicoli tradizionali a quattro ruote.
Il dispositivo in questione ha di per sé un prezzo molto agevole, ma la multa in caso di flagranza di reato vera e propria potrebbe non valerne la pena. Lo si potrà ovviamente usare, ma con parsimonia e alle giuste condizioni.
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