News
Oltre 15 miliardi andati in fumo: si blocca il progetto degli ex dirigenti Tesla

Il fallimento di questa iniziativa rappresenta un duro colpo per l’industria europea, che da tempo cerca di affermarsi.
Dopo mesi di incertezza e difficoltà finanziarie, il colosso svedese Northvolt, simbolo delle ambizioni europee nel settore delle batterie agli ioni di litio per veicoli elettrici, ha ufficialmente annunciato la sua crisi irreversibile, segnando la fine di un progetto che avrebbe potuto rivoluzionare il mercato automotive a emissioni zero. Il fallimento di questa iniziativa rappresenta un duro colpo per l’industria europea, che da tempo cerca di affermarsi in un campo dominato da giganti asiatici.
Il progetto Northvolt e le sue ambizioni
Fondato da ex dirigenti di Tesla, Northvolt si era posto l’obiettivo di realizzare la prima grande fabbrica europea di batterie per veicoli elettrici in grado di competere direttamente con i produttori cinesi, giapponesi e coreani, dominatori incontrastati del mercato mondiale. Il sito principale, situato a Skellefteå in Svezia, doveva garantire una capacità produttiva senza precedenti, supportata da investimenti pubblici e privati che ammontavano a oltre 15 miliardi di euro, inclusi finanziamenti della Banca Centrale Europea e il sostegno di colossi come Volkswagen e Volvo.

Tuttavia, le aspettative non si sono tradotte in risultati concreti. La produzione effettiva dell’impianto ha raggiunto solo una frazione minima della capacità prevista, intorno all’1%, causando gravi ritardi nelle consegne e mettendo in luce la difficoltà di scalare un progetto così ambizioso in tempi rapidi. La dipendenza da forniture asiatiche per materie prime strategiche ha ulteriormente complicato la catena di approvvigionamento, esponendo le debolezze di un modello produttivo non ancora autonomo.
Il fallimento di Northvolt è il risultato di una combinazione di fattori interni ed esterni. A livello industriale, la complessità tecnica e logistica di costruire una fabbrica di batterie di grandi dimensioni si è rivelata un ostacolo insormontabile, nonostante il know-how tecnologico portato dagli ex manager Tesla. Sul fronte economico, la situazione è stata aggravata da una domanda di veicoli elettrici che ha stagnato più del previsto in Europa. Le aspettative di crescita, alimentate da normative governative e piani ambiziosi di transizione energetica, si sono scontrate con una realtà di mercato più lenta e incerta, rallentando anche la necessità di nuovi impianti produttivi.
Inoltre, la competizione asiatica si è dimostrata decisamente più efficace sia in termini di costi che di affidabilità, consolidando la leadership di Cina, Corea del Sud e Giappone nel settore delle batterie. La scoperta di questa disparità ha evidenziato quanto sia difficile per l’Europa raggiungere una vera autosufficienza industriale in questo campo senza un ripensamento radicale delle strategie di investimento e collaborazione internazionale.
La débâcle di Northvolt rappresenta un campanello d’allarme per tutta l’industria europea che punta a sviluppare una filiera completa e sostenibile per le batterie degli EV. La chiusura del progetto implica la perdita di risorse ingenti, con circa 10 miliardi di euro di investimenti andati in fumo, e la necessità di rifocalizzare l’attenzione su soluzioni alternative o modelli di collaborazione più realistici.
Clicca qui per iscriverti al nostro canale Telegram
Clicca qui per mettere "mi piace" alla nostra pagina Facebook
Riproduzione riservata © - MM
