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Nuova truffa degli autovelox inguaia gli italiani: scoppia lo scandalo
Gli autovelox fanno discutere sempre moltissimo, e anche questa volta le cose non sono andate tanto diversamente.
Quanto parliamo di autovelox, non c’è il minimo dubbio che siano assolutamente alcuni degli strumenti più utili per il rilevamento di velocità superiori ai limiti impsoti dal Codice della Strada, ma anche congegni che preoccupano non poco gli automobilisti e le automobiliste.
Talvolta, infatti, si può ricevere una multa anche per pochi chilometri di differenza. Oppure, per via di una distrazione non ci ricordiamo che ci troviamo in prossimità di un autovelox, dunque possiamo andare in grande difficoltà con un possibile verbale da pagare.
A quanto pare, però, in alcuni casi potrebbe essere assolutamente plausibile che siamo dinanzi a una truffa bella e buona: in un caso specifico, siamo venuti alla luce di ciò soltanto recentemente.
Autovelox, scoperta la truffa: multe illecite a volontà
Il luogo in cui è avvenuto tutto quanto è l’Abruzzo, precisamente Francavilla al Mare. A causa di un dispositivo mobile montato su una macchina dei vigili urbani malfunzionante, venivano rilevati superamenti dei limiti di velocità mai avvenuti. A quante pare, comunque, qualcuno era assolutamente a consocenza dell’anomalia, e ha pensato bene di nascondere la verità. Questo è quanto ha concluso la Procura di Chieti, che ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati cinque vigili urbani.
Le accuse sono quelle di falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atto pubblico e soppressione, distruzione e occultamento di autti veri e propri. Ma come funzionava questa truffa, che per fortuna sembra essersi risolta una volta per tutte? A dir la verità, in maniera abbastanza semplice; nel verbale veniva certificato il corretto funzionamento dell’autovelox attraverso il movimento con tanto di rilevamento in avvicinamento e la velocità. Anche se, a quanto pare, tutte queste contravvenzioni erano giustificate da un’anomalia e non corrispondevano dunque alla corretta gestione di questi congegni anti superamento dei limiti.
Proprio per questa ragione, è stato deciso di aprire un’indagine, con gli inquirenti insospettiti che hanno deciso di accertarsi che tutto era davvero in regola. Per fortuna, a quanto pare, la Procura di Chieti è riuscita a portare alla luce il raggiro e iscritto nel Registro degli indagati i cinque vigili urbani, che adesso odvranno difendersi da accuse importanti e spiegare le motivazione di queste azioni assolutamente illecite. La speranza, adesso, è che tutto venga risolto e che chi ha subito multe di fatto contro il Codice della Strada stesso venga risarcito.
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