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Multe arretrate: Milano e Roma negano lo stralcio
Le Amministrazioni Comunali di Milano e Roma rifiutano di concedere lo stralcio per le multe arretrate, antecedenti il 2015.
Le Amministrazioni Comunali di Milano e Roma rispondono picche alla proposta di stralciare le cartelle esattoriali. Facendo leva sul potere concesso dall’ultima legge di Bilancio, le istituzioni non intendono privarsi delle potenziali entrate, provenienti dalle multe arretrate e non solo. Una decisione che – stando almeno alle dichiarazioni pubbliche – dipende anche da principi etici.
Milano e Roma non fanno sconti
La giunta capitolina va dritta al punto sulla questione, ammettendo la logica economico dietro alla presa di posizione. Dal Campidoglio sottolineano, infatti, come ci siano troppi soldi in ballo: oltre 280 milioni di euro per i contenziosi antecedenti il 2015. La vicesindaca e assessore al Bilancio, Silvia Scozzese, ha spiegato: “Scegliamo di non applicare lo stralcio, perché non possiamo rinunciare a risorse fondamentali in una capitale che già riceve molto meno di quanto necessario”. Dello stesso avviso è il primo cittadino Roberto Gualtiero, secondo cui “si tratterebbe altrimenti di ridurre servizi alle persone per 60 milioni di euro l’anno per cinque anni: servizi come l’assistenza ai disabili, il trasporto pubblico, gli asili nido”.
Nel mentre, il Comune di Milano, guidato da Giuseppe Sala, ha dichiarato che “provvedimenti di sanatoria simili a quelli introdotti dall’ultima finanziaria disincentivano i comportamenti virtuosi e contrastano con il principio di equità nei confronti dei cittadini”. In base alla politica applicata da Palazzo Marino, i cittadini meneghini con multe arretrate pari o inferiori a 1.000 euro, iscritte a ruolo fra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015, non avranno diritto allo stralcio automatico.
L’unica via percorribile prevede la corresponsione del capitale dovuto e degli oneri accessori, in osservanza della stessa legge finanziaria per i tributi locali e le violazioni del Codice della Strada. Resta da vedere se altri Comuni sceglieranno di seguirne l’esempio, in barba al sicuro responso negativo degli abitanti.
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