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John Elkann incontra Trump: quali progetti all’orizzonte per Stellantis?
L’evento inaugurale della presidenza USA ha offerto l’occasione per un colloquio riservato. Ecco di cosa hanno parlato.
E’ iniziata ufficialmente la seconda avventura per Donald Trump come presidente USA. Ed è stato, come preventivato, un inizio con fuochi d’artificio, perchè con il discorso inaugurale ha messo in chiaro una volta per tutte le sue intenzioni: buttare al macero tutti i capisaldi della politica adottata dal suo predecessore, Joe Biden. In primis l’agenda green. “Drill baby, drill!” (“Trivella, baby, trivella“), questa la parola d’ordine annunciata.
Basta con la deriva ecologista, quindi, e un bel ritorno prepotente alla produzione di petrolio per rilanciare la produzione statunitense di auto a motore termico. Che sono anche le uniche che si vendono. Un discorso che evidentemente interessa da vicino anche John Elkann, che in qualità di presidente di Stellantis, detiene alcuni marchi americani, come Jeep, Chrysler e Dodge.
Elkann a Washington: colloqui strategici
Il presidente di Stellantis, John Elkann, ha trascorso quindi quattro giorni a Washington per incontrare il nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e altri membri di spicco della sua amministrazione. Come riportato dalla Reuters, Elkann era tra i rappresentanti del settore produttivo invitati all’Inauguration Day. Questo incontro si inserisce in un contesto delicato per il gruppo automobilistico, attualmente privo di un amministratore delegato dopo l’uscita di scena di Carlos Tavares, con Elkann che ha assunto un ruolo sempre più centrale, anche grazie alla sua recente nomina nel consiglio di amministrazione di Meta.
Dazi su Canada e Messico: un nodo cruciale
Il tema principale dei colloqui non è stato divulgato ufficialmente, ma si ipotizza che sia stato discusso l’impatto dei nuovi dazi del 25% su prodotti provenienti da Canada e Messico, annunciati da Trump e previsti per il 1° febbraio. Stellantis è particolarmente esposta a questa misura, dato che il 40% delle auto vendute negli Stati Uniti dal gruppo proviene da questi due paesi. Le fabbriche di Saltillo (Ram) e Toluca (Jeep Compass) in Messico, e quelle di Windsor (Chrysler) e Brampton (in ristrutturazione) in Ontario, rappresentano un tassello fondamentale nella produzione del gruppo. Il possibile aumento dei costi di importazione potrebbe avere ripercussioni significative sulle operazioni negli Stati Uniti.
Collaborazione e giudizio positivo sulle politiche di Trump
Nonostante l’introduzione dei nuovi dazi, Stellantis ha espresso un giudizio positivo sulle politiche della nuova amministrazione. In una nota ufficiale, l’azienda ha dichiarato: “L’attenzione di Trump per le politiche in grado di supportare una base produttiva robusta e competitiva negli Stati Uniti è molto positiva. Collaboreremo con l’amministrazione per l’obiettivo cruciale di rafforzare l’economia e l’industria nazionali”. Questo approccio sottolinea la volontà del gruppo di trovare un punto di equilibrio tra le nuove normative e le proprie esigenze strategiche, garantendo al contempo il proprio contributo allo sviluppo economico degli Stati Uniti.
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