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Italia: gli effetti della crisi di governo sul settore auto
La crisi di governo scoppiata in Italia avrà delle ripercussioni sul taglio delle accise dei carburanti e i progetti automotive.
Le dimissioni presentate dal premier Mario Draghi e la caduta di Governo giungono in un periodo delicato per l’Italia. Le ripercussioni sarà possibile quantificarle nelle prossime settimane, ma di certo pagheranno pegno gli italiani, così come gli automobilisti e i dipendenti legati al comparto delle quattro ruote.
La crisi è stata accolta in modo negativo pure dalle cancellerie estere e dai mercati internazionali, come attesta la ripresa dello spread sui bund tedeschi. In particolare, preoccupano le tempistiche poiché l’esecutivo resterà in carica solo per le questioni di ordinaria amministrazione, mettendo, soprattutto, a rischio la prosecuzione dei progetti inerenti al Pnrr e il relativo incasso delle varie tranche dei fondi concessi dall’Unione europea.
Una fase di transizione che, oltretutto, potrebbe durare mesi e avere un impatto ancora più grave. Difatti, le elezioni, previste tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, avranno luogo nel momento in cui si definirà la legge di bilancio. Una volta ultimato il voto cesserà il consueto iter di consultazioni per un nuovo governo e non è detto che dalle urne esca una maggioranza piuttosto netta da consentire una rapida uscita dalla situazione di stallo.
Prospettive poco incoraggianti
Di sicuro, sarà molto complicato per le istituzioni prorogare ulteriormente lo sconto sulle accise dei carburanti. Il 19 luglio i ministeri dell’Economia e della Transizione ecologica hanno sottoscritto un decreto per estendere fino al 21 agosto la riduzione di 30 centesimi al litro per benzina, diesel, Gpl e metano per autotrazione.
Alla fine si tratta sempre di un intervento straordinario che solo un governo pienamente operativo è in grado di varare. Inoltre, l’industria automobilistica forse ne pagherà le conseguenze come già accaduto in tempi non sospetti. Nello specifico, è messa a repentaglio la conversione della struttura di Termoli in una gigafactory per la costituzione di batterie, poiché la messa in atto dipende anche dalle risorse del Pnrr.
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