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Industria auto, si vendono più macchine ma crollano i ricavi: colpa della Cina?

La matematica non è un opinione, allora perché vendiamo tanto ed incassiamo poco? La risposta va cercata all’estero!
Nel primo semestre del 2025, l’industria automobilistica globale ha registrato una crescita nei volumi di vendita, ma contestualmente ha subito un drastico calo negli utili netti e nei ricavi complessivi. Secondo gli ultimi dati, sono stati venduti 37,6 milioni di veicoli, con un aumento del 3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, grazie soprattutto alla spinta di colossi come Toyota, BYD e Geely. Tuttavia, il settore si trova di fronte a una contraddizione significativa: un calo del 2% nei ricavi complessivi, scesi a 1.150 miliardi di euro, e una caduta del 69% negli utili netti, che si attestano ora a 22,6 miliardi di euro.
La crescita delle vendite è stata in gran parte trainata dai produttori asiatici. BYD, in particolare, è diventato il sesto produttore mondiale per volumi nel primo semestre 2025, con un incremento del 33% nelle vendite. Anche Geely ha mostrato una forte espansione, con un aumento del 47% delle unità vendute. Tuttavia, la crescita dei ricavi di questi produttori non è stata proporzionale all’aumento dei volumi: BYD ha registrato un incremento dei ricavi del 14%, mentre quelli di Geely sono rimasti sostanzialmente stabili. Questo fenomeno è legato all’aggressiva guerra dei prezzi in Cina, che ha contribuito a ridurre il prezzo medio per unità venduta a livello globale, scendendo da 32.419 a 30.708 euro.
Nonostante la crescita quantitativa, la pressione sui margini si riflette negativamente sull’intero settore automobilistico, con molte case che soffrono l’erosione dei margini di profitto. Questo il vero motivo per cui ad un maggiore numero di auto vendute non corrisponde necessariamente una grande crescita.
Reddito in calo, vendite in aumento, il paradosso
Il quadro finanziario del settore è ulteriormente complicato da fattori esterni come l’aumento dei costi in Europa, le incertezze legate ai dazi commerciali e le tensioni generate dalla politica commerciale statunitense, in particolare dai dazi imposti dall’amministrazione Trump negli anni passati che continuano a pesare sulle catene di approvvigionamento. Tutto ciò ha determinato una riduzione degli utili operativi del 23%, scesi a 104 miliardi di euro.
Tra i maggiori produttori, le peggiori performance in termini di redditività si sono registrate per Stellantis e Nissan, seguite da Mercedes, Ford, Tesla, Volkswagen, BMW, Honda e Kia. Questi risultati riflettono un contesto di mercato sempre più competitivo e complesso, dove la riduzione dei prezzi e l’aumento dei costi produttivi mettono a dura prova la sostenibilità economica delle aziende.

Nonostante il quadro generale critico, ci sono aziende che hanno saputo distinguersi per crescita dei ricavi e margini netti positivi. Tra queste spiccano i produttori cinesi Leapmotor e Xpeng, che hanno registrato aumenti dei ricavi rispettivamente del 154% e del 115%, con incrementi notevoli anche nelle unità vendute – +156% e +279% – e negli incassi. Anche Polestar, Lucid e BYD hanno mostrato performance positive, con BYD che mantiene una crescita solida nonostante la pressione sui prezzi.
Per quanto riguarda la redditività, i dati indicano che solo tre case hanno aumentato gli utili netti nel periodo: Suzuki va a +9%, Ferrari a +9% e BYD a +2%. Ferrari si conferma inoltre come la realtà con il margine netto più alto, pari al 23,4%, seguita da Suzuki – 9,1% – Kia – 8,1% – Hyundai – 7,2% – e Great Wall Motors con 6,9%. Una tendenza che sottolinea come la capacità di mantenere elevati margini sia spesso legata alla presenza in segmenti premium o a strategie di differenziazione efficaci.
In termini di redditività per unità venduta, Ferrari domina con un profitto di 118.124 euro per veicolo, seguita da Jaguar Land Rover con 5.126 euro, Porsche con 4.905 euro, Mercedes con 2.497 euro e BMW a 2.029 euro. La media del settore si attesta invece a 601 euro per unità.
Questi dati evidenziano come il settore auto stia affrontando una fase di forte trasformazione, con la Cina che gioca un ruolo cruciale nel rimodellare la dinamica dei prezzi e della competitività a livello globale. La necessità di una regolamentazione più flessibile in Europa, di una maggiore chiarezza nelle politiche commerciali statunitensi e di una possibile distensione nella guerra dei prezzi cinese sono elementi determinanti per stabilizzare il mercato e garantire sostenibilità futura alle case automobilistiche.
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