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Industria auto europea: rischio perdita 400 miliardi senza transizione elettrica
Secondo McKinsey, l’industria auto europea rischia di perdere 400 miliardi di dollari se la transizione verso l’elettrico.
Il settore auto europeo è un pilastro dell’economia del continente, generando nel 2023 circa 1,9 trilioni di dollari di valore aggiunto lordo, pari all’8% del Pil europeo. Tuttavia, la transizione verso i veicoli elettrici rappresenta una sfida cruciale per il futuro dell’industria. Secondo un recente studio di McKinsey, senza un adeguato adattamento al cambiamento, il comparto rischia di perdere 400 miliardi di dollari nel prossimo decennio. La competizione con i produttori di auto elettriche, in particolare cinesi, potrebbe portare a un drastico ridimensionamento della produzione e delle esportazioni europee.
Scenari possibili per il futuro dell’industria
Lo studio di McKinsey, intitolato “Europe’s economic potential in the shift to electric vehicles”, identifica tre scenari possibili entro il 2035. Il primo, lo scenario peggiore, prevede una perdita potenziale di 408 miliardi di dollari di valore aggiunto per l’industria automobilistica europea. Questo scenario comporterebbe una diminuzione della produzione del 20-25%, una riduzione del 40% nelle esportazioni e l’importazione di circa 1,2 milioni di veicoli elettrici, principalmente dalla Cina. Inoltre, la quota di mercato globale dei costruttori europei potrebbe scendere dal 60% al 45%, accentuando la crisi.
Un secondo scenario meno drastico, ma comunque preoccupante, ipotizza una perdita di 130 miliardi di dollari. In questo caso, l’Europa riuscirebbe a limitare i danni grazie alla realizzazione di 35 nuove gigafactory per la produzione di batterie e a una maggiore attenzione al riciclaggio e alla raffinazione di materie prime. Tuttavia, per realizzare questo obiettivo, sarà fondamentale semplificare il contesto normativo e accelerare i progetti infrastrutturali.
Un’opportunità di rilancio per l’industria europea
Il terzo scenario descritto da McKinsey è quello più ottimista. In questo caso, l’Europa riuscirebbe a mantenere l’attuale valore aggiunto del settore automobilistico, pari a 1,13 trilioni di dollari, e a riprendersi una quota di mercato del 65%. Questo risultato richiederebbe però enormi investimenti nelle nuove tecnologie, lo sviluppo di partnership strategiche, anche con aziende straniere, e un forte recupero sul fronte dell’innovazione software. La crescita del mercato dei servizi post-vendita e delle stazioni di ricarica potrebbe inoltre aggiungere tra i 240 e i 300 miliardi di dollari entro il 2035, rendendo il settore più resiliente e competitivo.
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