Il peso fiscale dell’automotive in Italia: analisi e implicazioni

Uno sguardo approfondito sui miliardi versati dagli automobilisti in Italia nel 2022, ecco come stanno le cose.

Il settore automotive rappresenta una fonte consistente di entrate per l’Italia, con una raccolta fiscale che ha raggiunto i 71 miliardi di euro nel 2022, secondo l’analisi dell’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica (Anfia). Questa cifra, seppur in lieve calo dell’1,4% rispetto all’anno precedente, riflette la significativa imposizione fiscale gravante sugli automobilisti e sulle aziende del settore.

Impatto economico e contributi principali

L’utilizzo quotidiano degli autoveicoli emerge come il principale fattore di contributo fiscale, rappresentando il 77,8% del totale, con oltre 55 miliardi di euro raccolti. Di rilievo è il prelievo fiscale sui carburanti, che da solo ha generato 31,94 miliardi di euro, seguito dall’IVA su manutenzione, riparazione, e l’acquisto di ricambi, accessori e pneumatici, per un totale di 12,27 miliardi di euro, marcando un incremento del 19,9%.

Il gettito derivante dall’acquisto di veicoli, inclusi IVA e IPT, occupa la seconda posizione con l’8,56 miliardi di euro, testimoniando un calo del 5,8%. Questa tendenza è attribuita al decremento del 9,7% nelle immatricolazioni di auto nuove e usate.

Tasse e bollo auto: una visione d’insieme

Il bollo auto rappresenta una voce importante, con un gettito di circa 7,2 miliardi di euro nel 2022, in crescita del 4,4%. L’aumento del parco circolante, che ha superato i 45,4 milioni di autoveicoli, contribuisce notevolmente a questa cifra.

Le immatricolazioni hanno generato circa 7 miliardi di euro, evidenziando una diminuzione del 5,2%. Tuttavia, si prevede un aumento nel 2023. Inoltre, le entrate da parcheggi, contravvenzioni e pedaggi autostradali segnalano una crescita, rispettivamente, dell’8,7% e del 7,9%.

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