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Hertz festeggia il ritorno in Borsa, ma scoppia un “caso” con Elon Musk
Trascorsi mesi dall’uscita dal Chapter 11, Hertz è ufficialmente tornata in borsa martedì 9 novembre. Intanto, scoppia un “caso” con Tesla.
Dopo aver lasciato Chapter 11 nello scorso mese di luglio, Hertz è tornata martedì scorso sul mercato azionario, quotando 44 milioni e 520 mila azioni ordinarie al Nasdaq, al prezzo di 29 dollari. Il day one si è concluso con un valore per l’azione HTZ (questo il simbolo attribuito alla società di Estero, Florida, da parte del mercato borsistico newyorkese) in calo a 26,25 dollari.
Ricordiamo che la compagnia ha intenzione di acquistare dai sottoscrittori 10.344.828 azioni con un prezzo di acquisto aggregato di 300 milioni di dollari. Oltre allo sbarco bis in Borsa, Hertz ha elaborato e messo sul piatto pure dei warrant adesso negoziabili, e probabilmente destinati a chiudersi il 12 novembre. Il delisting delle azioni del gigante dell’autonoleggio a stelle e strisce risale al 30 ottobre 2020, per inserirsi nel sistema americano di protezione dei creditori.
L’annuncio delle 100 mila Tesla aveva conferito entusiasmo
L’annuncio che Hertz aveva fatto partire l’ordine per ben 100 mila auto elettriche della Tesla aveva dato un forte slancio al settore, e al titolo del costruttore californiano. Anche se, a distanza di pochi giorni, il “solito” tweet di Elon Musk aveva raffreddato gli animi, asserendo che “nessun contratto è stato ancora firmato”, mentre Hertz ribatteva che qualche vettura avrebba già compiuto l’ingresso nella rispettiva flotta.
Allo stato attuale non si può stabilire con assoluta certezza se le parti abbiano messo o meno nero su bianco. Secondo gli analisti l’affare sarebbe già andato in porto. E allora perché sono pervenute parole di smentita da Musk? Forse perché – suggeriscono gli esperti – il tycoon sudafricano trapiantato negli States ha preferito adottare la massima prudenza, alla luce dei problemi di consegna dei quali hanno risentito le Model 3.
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