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Dazi, Trump: “Aumenteranno i prezzi delle auto? Non potrebbe importarmi di meno”

Confermata l’introduzione di dazi permanenti del 25% su tutte le auto prodotte all’estero e vendute negli Stati Uniti. Nessuna deroga prevista.
A partire dal 2 aprile, negli Stati Uniti entreranno in vigore nuovi dazi del 25% su tutte le auto prodotte all’estero. L’annuncio è arrivato direttamente da Donald Trump, che ha confermato la misura nel corso di una lunga intervista alla rete televisiva NBC. Il provvedimento, ribattezzato dallo stesso Trump come il “Giorno della Liberazione”, punta a rafforzare la produzione interna e verrà applicato in maniera indiscriminata, senza deroghe per alcun partner commerciale.
Dazi per incentivare la produzione americana
Durante l’intervista, l’ex presidente ha rigettato le preoccupazioni legate all’aumento dei prezzi delle auto, affermando: “Non me ne frega nulla. Se i prezzi salgono, significa che la gente comprerà auto americane. Ne abbiamo in abbondanza”. Trump ha anche aggiunto che, secondo la sua visione, le aziende automobilistiche saranno incentivate a spostare la produzione negli Stati Uniti per evitare le nuove tariffe: “Congratulazioni a chi produce qui. Guadagnerà molto”.
Una nota successiva della Casa Bianca ha chiarito che il riferimento del presidente riguardava esclusivamente i listini delle auto prodotte fuori dagli USA.
Tariffe permanenti e valide per tutti i Paesi
Trump ha confermato che i dazi saranno permanenti e applicati a tutti i Paesi, respingendo le voci secondo cui l’amministrazione si sarebbe concentrata solo su una lista di 10-15 nazioni con squilibri commerciali evidenti. “Inizieremo con tutti i Paesi e vedremo cosa succede”, ha detto ai giornalisti a bordo dell’Air Force One. La misura fa parte di un pacchetto più ampio di dazi reciproci, con cui gli Stati Uniti intendono rispondere alle barriere commerciali imposte dai propri partner.
Il presidente ha inoltre chiarito che eventuali trattative saranno possibili solo in cambio di “qualcosa di grande valore”, ribadendo un approccio negoziale improntato a massima fermezza. “I dazi saranno più generosi – o più miti – di quelli che questi Paesi hanno imposto a noi negli ultimi decenni. Siamo stati derubati, ora rispondiamo con gentilezza, ma con decisione”.

Precedenti e sviluppi attesi
Quella del 2 aprile rappresenta l’ultima tappa di una politica commerciale che ha già visto l’imposizione di dazi su acciaio, alluminio e prodotti cinesi, con incrementi fino al 20%. La misura sulle auto si inserisce dunque in una strategia più ampia, con cui Trump punta a rilanciare la produzione manifatturiera nazionale e a ridefinire gli equilibri commerciali globali.
Gli analisti si dividono sull’efficacia del provvedimento: se da un lato potrebbe effettivamente incentivare la localizzazione della produzione, dall’altro resta il rischio di un aumento dei prezzi per i consumatori statunitensi e di una possibile escalation commerciale con partner come l’Unione Europea, il Giappone o la Corea del Sud.
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