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Ecco come potrebbero essere le auto tra cinque anni
Come potrebbero essere le auto tra cinque anni? Scopriamo insieme come cambierà il settore automobilistico nel futuro prossimo.
Le auto tra cinque anni saranno quasi sicuramente diverse da come le conosciamo oggi. Ma come avverrà il loro cambiamento? Sarà graduale? Tutte queste domande troveranno una risposta nei prossimi paragrafi.
Nonostante un lustro non sia un grande quantitativo di tempo, il rapido progresso della tecnologia potrebbe portare ad un cambiamento significativo anche nel breve periodo. Scopriamo insieme per quale motivo, e in quali termini.
Ecco come cambieranno le auto nel 2030
Alcuni segnali già in atto possono portare a lasciarsi andare a delle previsioni. Per esempio, il calo della domanda delle auto elettriche e il conseguente calo di produzione, e vendite. Anche a causa del codice stradale e dell’Unione Europea, si vivrà grande instabilità.
Infatti, la data del 2030 non è casuale. Soprattutto per l’Unione Europea, la quale ha segnato nella sua agenda Green la data appena riportata. L’obiettivo comune è infatti quello di raggiungere il tanto atteso traguardo delle emissioni zero entro 5 anni.
Un obiettivo ambizioso, e che comporterà per ovvie ragioni un profondo cambiamento nel settore. A partire dalla disponibilità del mercato, che rappresenterà per la maggior parte auto elettriche.
Gli altri segnali di cambiamento
Un altro fenomeno che andrà a crescere sempre di più sarà quello del car sharing, un’alternativa sostenibile sia economicamente che a livello ambientale. Arriverà inoltre la consacrazione (forse) definitiva della guida autonoma, ancora oggi oggetto di tanti test.
Da sottolineare anche la diffusione sempre più crescente delle auto cinesi, le quali difficilmente verranno arginate dai dazi imposti. La produzione potrebbe addirittura superare la domanda, visti i trend maturati di recente.
Insomma, il riassunto finale potrebbe portarci a pensare che ci saranno sempre più auto Green, condivisibili nonché in grado di “guidarsi” da sole.
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