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Codice della Strada: caos monopattini
Le modifiche introdotte penalizzano gli utenti e l’Alleanza per la mobilità sostenibile chiede al Governo e al Parlamento di rivedere alcune norme.
Le norme introdotte dal nuovo Codice della strada riguardanti i monopattini elettrici hanno sollevato critiche da parte degli addetti ai lavori. L’Alleanza per la mobilità sostenibile, composta da operatori di Assosharing, rivenditori e produttori come Platum e Attiva, ha inviato una lettera alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e ai presidenti delle Commissioni trasporti di Camera e Senato. L’obiettivo è chiedere modifiche urgenti a disposizioni che, secondo l’Alleanza, rischiano di compromettere l’intero settore.
Disagi per gli utenti e rischio ambientale
Nella lettera si sottolineano i disagi provocati dalle nuove regole: milioni di persone si trovano impossibilitate a utilizzare i monopattini di proprietà o a noleggio. L’assenza di chiarezza sulle normative – come l’obbligo della targa e della copertura assicurativa – sta spingendo gli utenti verso mezzi di trasporto più inquinanti, con costi imprevisti e un impatto negativo sulla filiera.
L’incertezza normativa riguarda anche il casco, obbligatorio, e genera confusione tra i cittadini, che evitano di acquistare o usare monopattini, penalizzando il settore dello sharing. Ma se su talune norme si può discutere, è evidente che l’obbligatorietà del casco sia imprescindibile, visto che nel 2023 gli incidenti con monopattini hanno provocato 3.200 feriti e 23 morti: dati che sono in costante aumento nel corso degli anni.
Un appello per salvare il settore
L’Alleanza per la mobilità sostenibile denuncia “danni incalcolabili” derivanti da provvedimenti percepiti come approssimativi e privi di valutazioni sull’impatto economico e sociale. L’incertezza normativa potrebbe portare a una contrazione di un mercato “in pieno sviluppo”, con ripercussioni occupazionali e ambientali.
L’auspicio degli operatori è che Governo e Parlamento intervengano rapidamente, per evitare il rischio di un ritorno massiccio ai veicoli a motore, peggiorando la qualità dell’aria e la salute pubblica.
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