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L’auto usa un chip per smartphone e non per l’automotive: è polemica

La polemica in corso è scattata per via di un chip per smartphone. Il settore dell’automotive ha dato inizio ad una rivolta.
Nonostante il debutto da record, la Xiaomi Yu7 è finita al centro di una polemica. Tutto ha avuto inizio nel momento in cui è stato installato un chip per smartphone. Cosa che ha inevitabilmente tolto rilievo alla parte automotive del veicolo.
Il chip in questione ha ovviamente una sua funzione, ed è quella di controllare il sistema di infotainment direttamente dal proprio smartphone. Tuttavia, il chip in questione non è stato adeguato correttamente ad un contesto di sicurezza a cui dovrebbe appartenere.
Qual è il problema di questa funzione?
Nonostante l’utilità di questa funzione sia praticamente indiscutibile, ci sono alcuni difetti che è doveroso prendere in considerazione. In primo luogo, il fatto che questo dispositivo non sia stato progettato per “sopravvivere” a tutti i fattori esterni di un’automobile.

Inoltre, gli standard di sicurezza imposti per la progettazione di un veicolo in questo caso sono stati totalmente ignorati. Il caldo, la pioggia e le temperature eccessivamente rigide sono state messe in secondo piano, probabilmente per dare la priorità alle funzioni.
Funzioni che però possono essere compromesse proprio da questi aspetti appena citati. A questo proposito è intervenuto uno dei dirigenti di Audi, proprio dalla Cina, il quale ha dichiarato che gli automobilisti non siano delle cavie da laboratorio.
Non si possono infatti fare esperimenti su di loro, motivo per cui ai vertici di Xiaomi avrebbero dovuto riflettere meglio sulla loro scelta operativa.
Ecco i “difetti” dei chip consumer
Al loro seguito, i chip consumer hanno diversi difetti. Innanzitutto l’ambiente operativo, che per ovvie ragioni all’interno di un’auto può essere condizionato da aspetti quali le alte temperature.
C’è inoltre una durata piuttosto breve, che va dai 3 ai 5 anni.
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