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Che fine fa la Papamobile quando eleggono un nuovo pontefice? Il suo destino è particolare

Con la scomparsa di Papa Francesco, si apre una fase di cambiamento non solo per la Chiesa ma anche per gli aspetti simbolici.
La Papamobile, diventata iconica durante il pontificato di Jorge Mario Bergoglio, rappresenta molto più di un semplice mezzo di trasporto: è un simbolo di vicinanza, protezione e innovazione nel modo in cui il pontefice si relazionava con i fedeli.
La Papamobile ha accompagnato Papa Francesco in tutte le sue apparizioni pubbliche dalla sua elezione il 13 marzo 2013 fino alla sua morte. Caratterizzata da un design moderno e dalla presenza di vetri blindati, questa vettura ha permesso al pontefice di mantenere un contatto diretto con i fedeli pur garantendo la sua sicurezza in contesti spesso affollati e potenzialmente a rischio.
La scelta di mezzi più sobri e semplici, come la rinuncia a una residenza ufficiale e la preferenza per mezzi pubblici nella vita quotidiana di Bergoglio, si rifletteva anche nella Papamobile, che, pur tecnologicamente avanzata, non è mai stata ostentata come un simbolo di potere ma piuttosto come uno strumento di servizio e umiltà.
Cosa accade alla Papamobile dopo la morte di un papa?
Storicamente, la sorte della Papamobile varia a seconda delle scelte del nuovo pontefice e delle esigenze della Santa Sede. Dopo la morte o la fine del pontificato di un papa, il veicolo utilizzato viene generalmente ritirato dai servizi attivi e custodito come parte del patrimonio storico della Chiesa. In alcuni casi, è esposto in musei vaticani o in collezioni dedicate alla memoria dei papi.
Con la morte di Papa Francesco, la Papamobile è attualmente oggetto di valutazione da parte della Santa Sede, che decide se conservarla come testimonianza storica o destinare parti di essa ad altri usi simbolici. Il nuovo papa, Leone XIV, eletto l’8 maggio 2025, potrebbe optare per un modello diverso, più adatto alle sue esigenze personali e al suo stile di pontificato.

Il pontificato di Jorge Mario Bergoglio, il 266º papa della Chiesa cattolica e primo pontefice proveniente dalle Americhe, è stato segnato da un profondo impegno pastorale e da una forte attenzione alla semplicità e all’umiltà. Nato a Buenos Aires nel 1936, Bergoglio fu ordinato sacerdote nel 1969 e divenne arcivescovo di Buenos Aires nel 1998, fino alla sua elezione al soglio pontificio nel 2013.
Durante il suo ministero, la Papamobile è stata un chiaro riflesso della sua filosofia di vicinanza ai fedeli: il vetro blindato non ha mai completamente isolato il pontefice, che spesso preferiva interagire con la folla, evitando barriere inutili. Questo ha rappresentato un cambiamento rispetto ai suoi predecessori, sottolineando la volontà di un pontefice “per tutti” e di una Chiesa più aperta e accessibile.
La morte di Papa Francesco segna la fine di un’epoca e la Papamobile diventa un oggetto-simbolo di questo cambiamento. Con l’avvento di Leone XIV, sarà interessante osservare se questa tradizione sarà mantenuta o se la nuova guida della Chiesa cattolica introdurrà novità nel modo di comunicare e incontrare i fedeli.
La Papamobile nel contesto dei titoli e dei ruoli del papa
Il papa, definito formalmente come sommo pontefice o romano pontefice, detiene molteplici titoli e prerogative: è vescovo di Roma, capo del Collegio dei cardinali, primate d’Italia, vicario di Cristo e sovrano assoluto dello Stato della Città del Vaticano. La sua autorità deriva dalla tradizione che lo considera successore dell’apostolo Pietro, fondamento teologico e simbolico del papato.
La Papamobile, in questa luce, non è solo un mezzo di trasporto, ma un’estensione del suo ruolo di vicario di Cristo e pastore universale, simbolo di protezione e di ponte tra il papa e i fedeli. La sua funzione pratica si intreccia così con il significato spirituale e istituzionale del papato, rendendo il destino del veicolo di particolare rilievo dopo la morte di un pontefice.
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