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Blocco diesel Euro5: dal 1° novembre in migliaia a piedi. Ecco dove scatterà il divieto
In autunno anche Roma potrebbe vietare la circolazione ai diesel Euro5. Una misura anti-smog imposta dall’UE, ma il Comune chiede deroghe.
Il prossimo autunno vedrà scattare nelle Regioni del nord il temuto blocco alla circolazione nei centri urbani di tutti i veicoli Euro 5 diesel. Una normativa che sin dalla sua pubblicazione ha suscitato un vespaio di polemiche, visto che potrebbe mettere in seria difficoltà moltissime famiglie e microimprese. Anche il ministro Salvini si è mosso per cercare di scongiurare l’attuazione della disastrosa, oltre che poco utile, direttiva. Intanto, anche la Capitale rischia di dove fronteggiare lo stesso problema.
Roma verso lo stop ai diesel Euro5: 135.000 veicoli a rischio
Non solo la Pianura Padana: anche Roma potrebbe dire addio alla circolazione dei diesel Euro5 a partire dal prossimo 1° novembre. Il provvedimento, inserito nel Piano regionale di risanamento della qualità dell’aria del Lazio (2022), prevede il divieto per le auto diesel fino a Euro5 e a benzina fino a Euro2 nella Fascia Verde — da lunedì a sabato, 24 ore su 24 — fino al 31 marzo. L’area interessata comprende l’intero territorio tra il Grande Raccordo Anulare e l’Anello Ferroviario, includendo anche la ZTL Centro Storico.
Secondo la Fondazione Caracciolo, i veicoli a gasolio omologati Euro5 nella Capitale erano almeno 135.000 nel 2022, circa l’8% del totale circolante. Si tratta dunque di una misura potenzialmente impattante, destinata a sollevare disagi, proteste e inevitabilmente anche riflessi sul piano politico, con le amministrative alle porte. Per questo il Comune ha già chiesto una deroga alla Regione Lazio, come accaduto due anni fa con le diesel Euro4.
Le direttive europee e il margine di manovra locale
La decisione nasce dalla necessità di adeguarsi alle direttive dell’Unione Europea sulla qualità dell’aria, che in caso di inadempienza prevedono sanzioni pesanti per le amministrazioni. Tuttavia, Bruxelles lascia la possibilità di introdurre misure alternative, purché efficaci: il potenziamento del trasporto pubblico locale, la realizzazione di nuove linee elettriche o su rotaia, la promozione della mobilità sostenibile sono tutte strategie che possono valere come strumenti compensativi.
L’assessore capitolino alla Mobilità, Eugenio Patanè, ha sottolineato questa possibilità: «Per la normativa europea sulla qualità dell’aria l’Italia è già stata sanzionata, ma c’è possibilità di agire caso per caso a livello comunale». Roma resta dunque in attesa delle delibere regionali, da cui potrebbe dipendere la possibilità di evitare il blocco dei diesel Euro5 entro il perimetro della Fascia Verde.
Le alternative al blocco: mobilità sostenibile e stop ai bus turistici
Al di là delle richieste di deroga, la domanda resta: cosa può fare Roma per ridurre davvero l’inquinamento? In attesa dei grandi progetti infrastrutturali — nuove metro, elettrificazione della rete, estensione del TPL — si possono adottare soluzioni rapide ed efficaci:
- Potenziamento dello smart working, riducendo così la mobilità giornaliera.
- Rete ciclabile più estesa e sicura, che permetta spostamenti sostenibili anche fuori dal centro.
- Limitazione severa dei bus turistici, che invadono quotidianamente le strade della Capitale.
Basta una passeggiata sul Lungotevere per constatare l’impatto dell’overtourism: maxibus parcheggiati ovunque, strade congestionate anche nelle ore serali, residenti penalizzati da un traffico ingestibile. Un piano di parcheggi di scambio e una regolamentazione più rigida potrebbero alleggerire la pressione sul cuore della città, migliorando qualità dell’aria e vivibilità.
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