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Blocco Diesel Euro 5, no allo stop ma sì al rinvio: da quando non potranno più circolare
Blocco Diesel Euro 5, adesso si parla di rinvio invece che di stop: ecco da quando non potranno effettivamente circolare.
Il diesel è davvero molto sollecitato dai governi e dalle aziende varie. Tale motorizzazione, a causa delle emissioni nocive che rilascia in grande quantità, o comunque in quantità superiroe ad altre alimentazioni, rischia concretamente di sparire dalla circolazione nei prossimi anni.
Il che potrebbe avvenire molto presto, tuttavia è chiaro che un minimo di preavviso le persone devono averlo. Per quanto l’automobilismo debba andare avanti verso soluzioni più sostenibili, non è così facile acquistare nel 2025 un modello a quattro ruote economico, nuovo o usato che sia, e non si può neanche lasciare molte persone senza un mezzo di trasporto ancora oggi fondamentale come l’automobile.
Servono soluzioni alternative, comode e sicure, oltre che convenienti, all’esigenza del mondo e delle persone che ne fanno parte. Proprio per questa ragione, molto probabilmente, è stato rivisto il piano di bando ai veicoli diesel Euro 5: ecco cosa cambia d’ora in avanti.
Stop diesel Euro 5, cambia tutto: i dettagli
Stop diesel Euro 5, novità importanti in vista. Inizialmente previsto a partire dal 1° ottobre 2025 nelle regioni padane, è stato rinviato al 2026. Lo ha comunicato Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. E’ quindi prevista, d’ora in avanti, maggiore flessibilità per queste vetture. Le regioni toccate in prima linea da questo importante provvedimento sono Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, in cui la qualità dell’aria ha raggiunto livelli davvero molto insidiosi.

In ogni caso, il blocco del traffico è stato posticipato al 1° ottobre 2026, con la limitazione di cui vi stiamo parlando che riguarda principalmente le aree urbane con oltre 100.000 abitanti. In precedenza era previsto in via principale per i comuni con oltre 30.000 abitanti. Le città interessate sono quelle in cui il livello di inquinamento è maggiormente critico. Il blocco sarà in vigore e presterà particolare attenzione alle grandia ree urbane, laddove l’impatto sulla slaute pubblica è decisamente non poco rilevante.
Nonostante la decisione presa per il 2026, ci sarà comunque maggiore flessibilità nella gestione del blocco del traffico. In poche parole, sarà possibile decidere di non inserire la limitazione strutturale alla circolazione di questi motori, ma dovranno comunque adottare misure compensative per ridurre le emissioni inquinanti e raggiungere i limiti stabiliti dalle normative europee. Le regioni potranno anche anticipare l’implementazione del blocco, modificando così facendo i piani di qualità dell’aria.
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