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Senza questo modello, la Lotus sarebbe fallita: compie 30 anni

La casa inglese si è salvata solo grazie a lei. Senza questa supercar sarebbe tutto finito da tempo.
Sono trascorsi esattamente trent’anni da quando la Lotus Elise fece il suo ingresso trionfale al Salone di Francoforte del 1995, un evento che non solo segnò una svolta per la casa inglese, ma che di fatto ne salvò l’esistenza. Oggi, a tre decenni di distanza, questa piccola supercar è celebrata come un simbolo di innovazione, leggerezza e pura passione automobilistica, la cui eredità continua a influenzare le strategie di Lotus, ora sempre più orientata verso la mobilità elettrica.
La storia della Lotus Elise si intreccia con quella di una casa automobilistica in crisi, che rischiava il fallimento. Nel 1995, sotto la guida di Romano Artioli, allora presidente di Lotus, la presentazione della Elise al Salone di Francoforte rappresentò un ritorno alle origini del marchio e un salto nel futuro. La vettura catturò immediatamente l’attenzione degli appassionati grazie alla sua filosofia minimalista e al suo design essenziale ma efficace, che rendevano omaggio all’ideale di Colin Chapman, fondatore della casa e pioniere nel concetto di leggerezza.
Il telaio della Elise, costruito con fogli estrusi di alluminio incollati tra loro, mostrava con fierezza la ricerca di innovazione della Lotus, che aveva fatto della riduzione del peso un mantra irrinunciabile. Con un peso a vuoto inferiore a 720 kg, la Elise era una vera e propria “supercar in miniatura”, capace di prestazioni brillanti grazie a un motore 1.8 litri a quattro cilindri, ereditato dalla Land Rover Freelander, che sviluppava circa 120 cavalli. Nonostante fosse un propulsore non esente da qualche problema di affidabilità, regalava una vivacità e una reattività che, unite a un assetto da pura competizione, facevano sentire la Elise vicina a un’auto da corsa.
Prestazioni ed emozioni: la guida secondo Lotus
Il vero punto di forza della Elise non risiedeva solo nelle specifiche tecniche, ma nella sua esperienza di guida. La precisione dello sterzo, la rapidità nelle curve e il grip elevato offrivano sensazioni difficilmente replicabili da altre vetture della stessa categoria. Accelerava da 0 a 100 km/h in circa sei secondi e superava i 200 km/h di velocità massima, numeri notevoli per un’auto così leggera e compatta.
Il design della Elise, pur moderno, richiamava con eleganza le linee e lo spirito delle Lotus Europa e Ferrari 246 GT degli anni ’60 e ’70, creando un ponte ideale tra passato e presente. Questo mix di tradizione e innovazione contribuì a far dimenticare la precedente Elan a trazione anteriore, che pur vantando un motore turbo da quasi 170 cavalli, non riusciva a trasmettere la stessa sportività e purezza di guida.

Nonostante le normative ambientali e di sicurezza siano diventate più stringenti negli anni, Lotus ha saputo aggiornare la Elise mantenendo intatta la sua anima sportiva e minimalista per ben 26 anni. Questo risultato è stato possibile grazie a continui affinamenti tecnici e a un’attenta gestione delle omologazioni, che hanno permesso alla vettura di rimanere fedele al suo spirito originale.
Oggi, con l’attenzione dell’industria automobilistica che si sposta sempre più verso l’elettrico, la Lotus Emirarappresenta la naturale evoluzione di quell’eredità, un modello che cerca di coniugare tradizione e innovazione, mantenendo però vivo il DNA della casa di Hethel. La Elise ha dimostrato che una vettura leggera, essenziale e dal forte carattere può essere vincente anche in un mercato in continua trasformazione.
Il trentesimo anniversario della Elise non è solo un momento di celebrazione per gli appassionati, ma un’occasione per riflettere su come una “piccola grande” auto possa cambiare le sorti di un’intera azienda e lasciare un segno indelebile nell’automobilismo sportivo.
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