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Perché Tesla ha dato 30 miliardi di dollari in mano a Elon Musk se sono in crisi

La situazione finanziaria di Tesla è stabile? Quanto accaduto con Elon Musk pone diversi dubbi a riguardo.
Negli ultimi mesi l’andamento altalenante del mercato americano e la situazione dei dazi, una questione legata al “Big Beautiful Bid” di Donald Trump che avrebbe creato una spaccatura forse insanabile tra il CEO miliardario e il politico repubblicano, ha influenzato pure Tesla che ha visto le azioni scendere, salire e, cosa più grave, diversi dirigenti di spicco vendere milioni di dollari in azioni dell’azienda automobilistica.
Chiaramente Tesla rimane un’azienda solida, ben lontana dal fallimento, anche perché solo con Tesla Energy Elon Musk potrebbe tranquillamente assicurare un futuro per se ed i suoi colleghi nel peggiore dei casi. Tuttavia, quest’anno abbiamo avvertito i primi scricchiolii in un progetto rodato e collaudato che inizia a mostrare i suoi primi limiti.
Musk infatti fa i conti con una concorrenza sempre più spietata: la Model Y non è più l’auto più venduta del mondo e, addirittura, BYD ha portato a termine il sorpasso, forte delle vendite ben più alte in Asia dove l’azienda cinese, forte anche di politiche commerciali forse non pulitissime per gli standard occidentali è riuscita a vendere le proprie auto a prezzi che in Europa si tradurrebbero in 7.000 – 8.000 euro.
Era il momento di farlo?
Forse, non è il momento migliore per Tesla ma nel capitalismo gli interessi dei singoli sono spesso messi prima di quelli di un’azienda. Lasciamo agli economisti più esperti il giudizio ma da profani, la mossa di Musk in queste ore non pare molto sensata, considerando che l’azienda sta passando un periodo abbastanza delicato e solo qualche mese fa si parlava chiaramente di tagli al personale.

Elon Musk avrebbe ricevuto un pacchetto azionario di Tesla del valore complessivo di 30 miliardi di dollari, frutto di una sorta di “ricatto” portato avanti proprio dal CEO miliardario che ha richiesto ciò come mezzo per avere un maggiore controllo sulla sua creatura: “Abbiamo accettato perché mantenere Musk è più importante che mai”, fa sapere dal Consiglio di Amministrazione dell’azienda il dirigente Robyn Denholm.
A dirla tutta, questi movimenti di capitale erano già stati bloccati tempo fa dalla Corte del Delaware che aveva annullato la “donazione” di un pack di ben 56 miliardi in azioni Tesla al CEO della compagnia che da quel giorno, è addirittura in causa con Tesla. Sembra complicato per chi non ne mastica di finanza, ma in realtà si riduce tutto al solito principio: chi ha più soldi, comanda l’azienda e la direziona dove preferisce. Semplice.
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