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Stellantis, Tavares: “erogheremo energia nei nostri stabilimenti europei”
L’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, ha annunciato che la compagnia produrrà energia nei suoi impianti europei.
Il gruppo Stellantis ha intenzione di varare alcuni provvedimenti per fronteggiare i rincari delle tariffe di gas ed elettricità, con “significativi” investimenti nella produzione di energia presso i suoi stabilimenti nel Vecchio Continente.
Lo ha comunicato Carlos Tavares, l’amministratore delegato del gruppo italo francese, costituito nel 2021 dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e PSA Groupe. Presente al Salone di Detroit (iniziato ieri e che proseguirà fino alla fine della prossime settimana, domenica 25 settembre), il top manager ha confermato le recenti voci di corridoio.
“Stiamo preparando un piano veramente robusto per ridurre l’utilizzo di energia – ha dichiarato Tavares -. Faremo investimenti significativi per produrre la nostra energia in loco”. Il piano esatto è ancora da definire nei dettagli, tuttavia è una questione di poco, sicché “tutto sarà deciso nei prossimi giorni”, ha concluso il ceo.
Alla stampa Tavares ha preferito evitare di concedere maggiori informazioni, sebbene abbia preso in considerazione perlopiù il fotovoltaico. La soluzione verrebbe agevolata dagli immensi spazi già a disposizione di Stellantis nei suoi molteplici stabilimenti. Inoltre, sono stati analizzati gli ulteriori strumenti di contenimento dei consumi ispirati alle iniziative messe in pratica da diverse aziende giapponesi, in risposta ai frequenti black-out successivi allo tsunami del 2021.
La crisi energetica
In merito alla conclamata crisi energetica, il dirigente ha assicurato che le attività europee non hanno finora subito nessun genere di interruzione nella erogazione di gas, ma stanno comunque affrontando un deciso rincaro delle tariffe. Ad avviso del capobanda Stellantis, ciò rappresenta “un ulteriore elemento di caos”, in una situazione già fortemente penalizzata da oltre due anni funestati da differenti problematiche, quali le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime (criticità tuttora sofferta da qualsiasi compagnia operante nel settore delle quattro ruote) e le ripercussioni dello scoppio dell’emergenza sanitaria da Covid.
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