Sport
Binotto sull’ingresso di Audi e Porsche in F1: “non abbiamo paura”
Il team principal della scuderia Ferrari, Mattia Binotto, non è intimorito dall’ingresso di Audi e Porsche in Formula 1.
Lo scorso 16 agosto la FIA ha finalmente comunicato i dettagli inerenti al regolamento incentrato sulle power unit che entrerà in vigore nel 2026. Un testo definito ‘su misura’ per i marchi del Volkswagen Group che hanno espresso l’intenzione di entrare nel Circus, ovvero Audi e Porche.
Tra l’altro, la seconda è ormai vicinissima a ufficializzare la partnership con Red Bull in un sodalizio che vedrà sviluppata l’unità termica della PU a Milton Keynes nella nuova divisione motori – costituita facendo forte affidamento sull’ex personale della Mercedes – mentre Porsche si prenderà carico della componente elettrica.
Il team principal della Ferrari, Mattia Binotto, ha affermato di non essere intimorito dall’approdo in F1 di nuova concorrenza: “Non abbiamo paura. Ma la Ferrari è stata presente fin dall’inizio. Penso che sappiamo cosa è bene per il futuro della Formula Uno. La nostra voce è una voce importante. I nuovi arrivati sono i benvenuti, ma non devono essere più rilevanti della Ferrari”.
Fretta cattiva consigliera
Per quanto attiene alla lunga e laboriosa definizione della normativa dei motori, pubblicata con 49 giorni di ritardo rispetto alle previsioni iniziali, l’ingegnere reggiano ha evidenziato al magazine tedesco Auto Motor und Sport un importante aspetto: “Stiamo negoziando il futuro della nostra attività. Si tratta del periodo tra il 2026 e il 2030. Dobbiamo anche tenere conto della direzione in cui si muove l’industria automobilistica è giusto prendersi del tempo per arrivare al miglior risultato, o diciamo al miglior compromesso. Perché alla fine si tratterà sempre di un compromesso.
C’era un accordo quadro che era già stato votato dal Consiglio mondiale. Questo accordo quadro ha dovuto poi essere trasformato in regolamento. Nel frattempo, è anche cambiato il Presidente della FIA, un dato di fatto che ha comportato un ulteriore allungamento dei tempi. Non sarebbe servito a nessuno se avessimo preso frettolosamente le decisioni sbagliate“.
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