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Colonnine elettriche: +7% nel primo trimestre del 2022
Nel corso dei primi tre mesi del 2022 si è registrato in Italia un incremento del 7 per cento delle colonnine elettriche.
Così come Roma non è stata costruita in un solo giorno, la transizione energetica nel settore della mobilità richiederà tempo. Il percorso dell’installazione di infrastrutture di ricarica si profila lungo e tortuoso. Tuttavia, nei primi mesi del 2022 qualcosa si è finalmente mosso riguardo alle colonnine elettriche.
Stando al rapporto diramato da Motus-E, al 31 marzo 2022, in Italia sono presenti 27.857 punti di ricarica, in 14.311 stazioni o infrastrutture e 11.333 location aperti al pubblico. Secondo i dati raccolti e condivisi dall’agenzia, nel corso del primo trimestre dell’anno ha avuto luogo un aumento di 1.833 punti di ricarica, pari ad un più 7 per cento, mentre in confronto al mese di marzo del 2021 lo sviluppo è stato del 34 per cento, pari a 7.100 centri.
La burocrazia rallenta
A dispetto dei numeri in crescita, Motus-E ha però anche sottolineato che intorno al 12 per cento degli impianti allestiti risulta oggi non utilizzabile dai fruitori finali. Ciò poiché non vi è stato fin qui maniera di portare a compimento il collegamento alla rete di rifornimento da parte del distributore di energia o per altre questioni burocratiche. A livello di potenza, il 93 per cento delle colonnine elettriche è in corrente alternata (AC), mentre il 7 per cento in corrente continua (DC).
In ottica geografica circa il 57 per cento è distribuito nel Settentrione, il 23 per cento circa nel Centro, mentre appena il 20 per cento è sito nel Sud e nelle Isole. La Regione più virtuosa è la Lombardia: possedendo da sola il 16 per cento dell’ammontare globale. Bene pure il Piemonte, in seconda posizione insieme al Lazio con il 10 per cento. Quindi, appena fuori dalla zona podio figurano il Veneto e l’Emilia Romagna con il 9 per cento, e la Toscana con l’8 per cento. Sommate tra loro, le sei Regioni coprono il 64 per cento del totale dei punti in Italia.
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