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Benzina e Diesel, niente addio dopo il 2035: arriva la notizia che cambia tutto

Ormai quasi del tutto scongiurata la possibilità che l’UE ci imponga le auto elettriche nei prossimi anni, questo carburante potrebbe cambiare tutto.
Nel dibattito sempre più acceso sulla transizione energetica nel settore automobilistico, emergono novità significative riguardo al futuro dei motori a combustione interna, in particolare quelli alimentati a benzina e diesel. Nonostante le pressioni verso l’elettrificazione spinta, alcune case automobilistiche e governi europei mantengono aperta la porta a soluzioni alternative che potrebbero modificare sensibilmente la roadmap europea, prevista inizialmente con un addio totale ai motori tradizionali entro il 2035.
L’attenzione è puntata sull’HVO100, un carburante derivato da olio vegetale idrotrattato, prodotto da grassi e oli vegetali di scarto. Questo biocarburante è in grado di ridurre fino al 90% le emissioni di CO2 nel ciclo di vita, rappresentando una concreta opportunità per rendere meno impattanti i motori a combustione interna. BMW, tra i protagonisti del settore, ha già sviluppato motori modulari da 3 a 6 cilindri compatibili con l’HVO100 senza necessità di modifiche meccaniche. Questa adattabilità interessa un ampio spettro di veicoli, dalla Serie 1 114d alla Serie 8 840d xDrive, fino ai SUV X5, X6 e X7.
Il piano di BMW prevede che tutte le vetture diesel prodotte in Germania dal 2025 escano dalla catena di montaggio già predisposte per l’uso di HVO100. Questo rappresenta un passo importante verso una mobilità più sostenibile, ma la vera sfida rimane sul piano normativo. Gli esperti di BMW, come il responsabile di gestione prodotti Bernd Körber, sottolineano che senza un riconoscimento formale dell’HVO100 nel calcolo delle emissioni di CO2 e dei consumi di carburante a livello europeo, l’adozione di questo carburante rischia di essere solo una mossa di facciata, incapace di tradursi in reali benefici ambientali.
Il nodo dei biocarburanti
La contrapposizione tra le potenzialità tecnologiche e le decisioni politiche europee è netta. Da un lato, molte case automobilistiche, BMW in testa, sono pronte a investire in tecnologie che consentano l’uso di carburanti alternativi come l’HVO100 e i carburanti sintetici. Questi ultimi, ottenuti da energia rinnovabile, CO2 catturata e idrogeno, rappresentano una prospettiva interessante per mantenere in vita i motori a combustione, ma sono ancora ostacolati da costi elevati e da un quadro regolatorio poco chiaro.
Dall’altro lato, la Commissione Europea e diversi governi stanno spingendo per una rapida eliminazione dei motori a benzina e diesel, con l’obiettivo di accelerare la diffusione dei veicoli elettrici. Tuttavia, il governo tedesco continua a chiedere maggiore flessibilità e la possibilità di riconsiderare almeno in parte questa strategia, riconoscendo che la transizione energetica non può prescindere da soluzioni intermedie.

Il settore automotive si trova quindi a un bivio. La tecnologia esiste per rendere i motori tradizionali più sostenibili grazie all’HVO100 e agli e-fuel, ma il loro destino dipenderà in larga misura dalle scelte normative. Se l’Europa deciderà di includere questi carburanti alternativi negli obiettivi di riduzione delle emissioni, i motori a combustione potrebbero beneficiare di una proroga significativa della loro vita commerciale.
BMW e altri costruttori stanno dimostrando di essere pronti a un futuro in cui coesistano diverse soluzioni energetiche, evitando una dipendenza esclusiva dalle batterie elettriche. Questo approccio multi-carburante potrebbe infatti rappresentare una chiave per una transizione più graduale e sostenibile, che tenga conto delle infrastrutture esistenti e delle esigenze di mercato. Resta quindi da vedere se la politica europea saprà cogliere questa opportunità o se imporrà una linea più rigida, che potrebbe condannare i motori a benzina e diesel a un ritiro anticipato, nonostante le innovazioni tecnologiche già disponibili.
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