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Uso il telefono alla guida, multa valida se l’autovelox mi becca? Legge chiara
L’Autovelox SafeDrive e le sue potenzialità tecnologiche-mondo-motori.it

La sicurezza stradale torna d’attualità con un dispositivo tecnologico che promette di rivoluzionare il modo di rilevare alcune infrazioni.
Si tratta dell’Autovelox SafeDrive, uno strumento che ha attirato l’attenzione di automobilisti e forze dell’ordine, ma che allo stato attuale presenta limiti normativi e operativi fondamentali.
L’Autovelox SafeDrive si presenta come un sistema di controllo dotato di videocamera ad alta definizione e illuminatori a Led infrarosso, capace di operare anche in condizioni di scarsa luminosità. Grazie a sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale, questo dispositivo può rilevare il mancato uso delle cinture di sicurezza e l’uso dello smartphone da parte dei conducenti su corsie singole, a velocità fino a 70 km/h.
Ciò ha fatto pensare a molti che le strade italiane potessero presto essere presidiate da un nuovo “occhio elettronico” in grado di sanzionare automaticamente due tra le infrazioni più pericolose, disciplinate dagli articoli 172 e 173 del Codice della Strada. A tal proposito, la rivista Quattroruote ha promosso una campagna di sensibilizzazione chiamata Stop Cellular, proprio per contrastare la piaga dell’uso del cellulare durante la guida.
Limiti normativi e mancata approvazione ministeriale
Nonostante le promettenti funzionalità tecniche, è fondamentale sottolineare che l’Autovelox SafeDrive non è stato ancora approvato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per l’uso ufficiale nel rilevamento automatico delle infrazioni relative all’uso del telefono e all’omesso uso delle cinture di sicurezza.
Questo significa che lo strumento non può essere utilizzato né per accertamenti automatici né per la memorizzazione dei dati del veicolo, né tantomeno per la registrazione del luogo e del tempo in cui sarebbe avvenuta una presunta violazione. In pratica, senza l’approvazione ministeriale, le immagini o i dati raccolti non hanno valore probatorio per elevare una multa.
Uso dello strumento come supporto agli agenti di polizia
L’Autovelox SafeDrive può assumere un ruolo utile esclusivamente come ausilio visivo per gli agenti di polizia stradale presenti sul luogo. In questo caso, però, è imprescindibile che la violazione venga accertata direttamente dall’agente o dal militare, cioè vista con i propri occhi. Le informazioni fornite dallo strumento possono servire come supporto, ma non sostituiscono mai l’osservazione diretta e la contestazione immediata.
Se l’agente non è in grado di constatare personalmente la violazione o se la rilevazione avviene soltanto tramite il dispositivo senza un riscontro visivo, la multa è nulla e può essere contestata con successo in sede di ricorso. Questo perché il dispositivo non può memorizzare dati, né fornire elementi di prova validi in assenza di verifica diretta.
La notifica della multa e le tempistiche
Nel caso in cui l’agente accerti personalmente la violazione, ma non possa contestarla sul momento – per esempio perché impegnato in altre attività operative – il verbale può comunque essere notificato successivamente al proprietario del veicolo, definito “obbligato in solido”. La comunicazione deve però contenere dettagli precisi circa la violazione e motivi specifici che hanno impedito la contestazione immediata, evitando quindi generiche giustificazioni.
La situazione pratica sulle strade italiane
Nonostante le aspettative generate, oggi l’Autovelox SafeDrive non può essere considerato uno strumento di sanzione automatica per l’uso del telefono o per l’omesso uso delle cinture. La sua funzione resta quella di supporto agli agenti, e la multa può scattare solo se la violazione è constatata direttamente da un operatore di polizia.
Questo quadro normativo attuale è importante per evitare che gli automobilisti ricevano multe ingiustificate o basate su rilevazioni che non hanno valore legale. Chi dovesse ricevere un verbale che si fonda esclusivamente sull’utilizzo del SafeDrive può fare ricorso con buone probabilità di successo.
Il tema della sicurezza alla guida rimane centrale e il progresso tecnologico offre strumenti interessanti, ma è indispensabile che questi siano prima sottoposti a controlli e approvazioni ufficiali per poter essere integrati efficacemente nelle politiche di controllo del traffico.

L’Autovelox SafeDrive può assumere un ruolo utile esclusivamente come ausilio visivo per gli agenti di polizia stradale presenti sul luogo. In questo caso, però, è imprescindibile che la violazione venga accertata direttamente dall’agente o dal militare, cioè vista con i propri occhi. Le informazioni fornite dallo strumento possono servire come supporto, ma non sostituiscono mai l’osservazione diretta e la contestazione immediata.
Se l’agente non è in grado di constatare personalmente la violazione o se la rilevazione avviene soltanto tramite il dispositivo senza un riscontro visivo, la multa è nulla e può essere contestata con successo in sede di ricorso. Questo perché il dispositivo non può memorizzare dati, né fornire elementi di prova validi in assenza di verifica diretta.
Nel caso in cui l’agente accerti personalmente la violazione, ma non possa contestarla sul momento – per esempio perché impegnato in altre attività operative – il verbale può comunque essere notificato successivamente al proprietario del veicolo, definito “obbligato in solido”. La comunicazione deve però contenere dettagli precisi circa la violazione e motivi specifici che hanno impedito la contestazione immediata, evitando quindi generiche giustificazioni.
La situazione pratica sulle strade italiane
Nonostante le aspettative generate, oggi l’Autovelox SafeDrive non può essere considerato uno strumento di sanzione automatica per l’uso del telefono o per l’omesso uso delle cinture. La sua funzione resta quella di supporto agli agenti, e la multa può scattare solo se la violazione è constatata direttamente da un operatore di polizia.
Questo quadro normativo attuale è importante per evitare che gli automobilisti ricevano multe ingiustificate o basate su rilevazioni che non hanno valore legale. Chi dovesse ricevere un verbale che si fonda esclusivamente sull’utilizzo del SafeDrive può fare ricorso con buone probabilità di successo.
Il tema della sicurezza alla guida rimane centrale e il progresso tecnologico offre strumenti interessanti, ma è indispensabile che questi siano prima sottoposti a controlli e approvazioni ufficiali per poter essere integrati efficacemente nelle politiche di controllo del traffico.
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