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Porsche ha evitato il fallimento grazie a Toyota: la storia incredibile

Sapevi che la nota casa nipponica ha salvato Porsche dall’orlo del baratro? La storia mai raccontata.
La casa giapponese Toyota fattura così tanto che pensarla sull’orlo della bancarotta è davvero impossibile, ora come ora. Modelli come Rav4, Yaris e Corolla sono al vertice delle classifiche delle auto più vendute in tutto il mondo, dall’Asia all’Oceania e l’azienda non potrebbe avere degli utili più interessanti di quelli registrati nell’ultimo anno.
Un successo che al contrario, permetterebbe probabilmente alla compagnia dei Toyoda di acquistare e salvare dal baratro del fallimento anche altre case produttrici. In Giappone, potrebbe guardare a Nissan – cosa per ora improbabile – ma anche qui in Europa ci vengono in mente un paio di marchi che sotto la gestione Toyota porrebbero tornare a guadagnare molto meglio.
In realtà, è capitato almeno in un’occasione che l’azienda abbia investito i suoi preziosi liquidi in una compagnia europea, al tempo sull’orlo del fallimento. Niente poco di meno che il marchio tedesco Porsche, costruttore delle sportive più riconoscibili del mondo: ai tempi però, l’azienda di Stoccarda se la passava molto, molto male.
Toyota salva Porsche, la storia mai sentita prima
Negli anni novanta la casa tedesca faticava da un lato a trovare nuovi clienti, ma dall’altro anche a fornire in tempi ragionevoli le sue supercar ai compratori che le volevano. I tempi di assemblaggio delle automobili sfioravano le 200 ore e a quel punto, molti ricchi acquirenti si chiedevano perché non rivolgersi a Ferrari o Lamborghini, se quelli erano i costi ed i tempi di attesa…

L’intuizione dell’Ingegnere Wendelin Wiedeking che lavorava presso l’azienda tedesca salvò probabilmente la vita ad un marchio oggi molto rinomato e in forte ascesa. Wiedeking si rivolse direttamente a Toyota, chiedendo l’invio – previa pagamento ovviamente – di alcuni consulenti del marchio che potessero visitare gli stabilimenti tedeschi e trovare eventuali criticità nella fase produttiva. Il pensiero dell’ingegnere si rivelò profetico e la visita di queste persone salvò baracca e burattini.
Per darvi una dimensione dell’importanza del lavoro svolto dai membri dello staff Toyota, i tempi di assemblaggio delle auto dimezzarono senza che la qualità dei prodotti si abbassasse minimamente. Di lì a poco, nel 1993, uscirono in rapida sequenza la nuova Porsche 911 e la Porsche Boxster, due dei modelli più apprezzati della casa. Porsche fu salva e da quel giorno, il brand non ha conosciuto altri momenti di criticità. E tutto grazie ad un marchio che non produce certo supercar. Una vera lezione di umiltà.
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