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Automotive, colosso tedesco in forte crisi: sta per morire

Allarme rosso per il colosso tedesco del campo automotive. Molti posti di lavoro a rischio, il motivo è chiaro a tutti gli economisti.
Il settore dell’automotive ha mai superato la crisi del periodo Covid-21? A vedere l’andamento del mercato e di molti brand e marchi, si direbbe di no. Molte aziende fanno ancora fatica a ingranare, altre non sono più tornate ai livelli di vendite del passato mentre altre ancora legate a questo campo sono addirittura finite fallite!
I dazi dell’Amministrazione Trump nel settore delle auto stanno poi portando sfacelo, specialmente se il contenuto della sua scandalosa lettera all’Unione Europea e al Regno Unito verranno davvero tradotti in realtà. Una situazione che ci preoccupa, in quanto italiani, ma anche in quanto appassionati di motori. E in ultimo, anche come esseri umani dotati di un’empatia dato che tanti posti di lavoro sono a rischio e non solo da noi.
Di recente un noto colosso tedesco che anche nel nostro paese è piuttosto noto e legato al mondo di auto e mezzi di trasporto commerciale ha annunciato di essere pronto ad issare bandiera bianca e di intervenire con tagli e licenziamenti, il tutto solo per riuscire a superare un periodo molto buio. La fine è vicina.
Tagli, proteste e licenziamenti: il colosso tedesco fa arrabbiare gli operai
La multinazionale tedesca ZF Friedrichshafen AG che per comodità chiameremo ZF nel resto del pezzo è un nome storico del panorama dell’automotive tedesco: fondata addirittura nel 1915 quando l’Europa era avvolta dai fuochi incessanti della Prima guerra mondiale, è rimasta attiva attraverso oltre un secolo.

Di cosa si occupa? La specialità migliore del marchio teutonico è sempre stata la componentistica tecnologica di precisione, dagli impianti frenanti delle auto e dei camion fino ai cambi, manuali o automatici che siano. L’azienda tedesca che ha sedi anche sul nostro territorio – una per esempio è ad Assago – ha annunciato che entro il 2028 potrebbe trovarsi costretta a ridurre di ben 14.000 unità i suoi lavoratori, una decisone che sarà probabilmente confermata il 29 luglio in seno ad una importante riunione del personale dirigenziale.
A cosa è dovuto questo taglio è facile immaginarlo: la transizione elettrica e il fatto che i cambi manuale, tra i tanti componenti prodotti dall’azienda, non saranno più montati su milioni di auto mettono ZF di fronte ad una scelta, ossia innovarsi o “morire”. Il tutto con i costi delle materie prime che non fanno che salire. Sindacati e lavoratori sono inorriditi dall’annuncio. Ma salvo un intervento deciso del Governo tedesco è difficile immaginare una risoluzione positiva della drammatica questione economica di ZF…
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