Blocco Euro 5, cambiano le date: ecco quando partirà

Slitta di almeno un anno il blocco dei veicoli diesel. L’emendamento approvato al decreto Infrastrutture dà più flessibilità alle Regioni.

Il tanto temuto blocco alla circolazione dei veicoli diesel Euro 5 in quattro regioni del Nord Italia – Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna – slitta di almeno un anno. Lo prevede un emendamento approvato dalle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera al decreto Infrastrutture.

Maggiore flessibilità per le Regioni

Il testo dell’emendamento introduce una nuova prospettiva: le Regioni potranno evitare il blocco definitivo dei diesel Euro 5 anche dopo il 2026, purché adottino misure compensative efficaci nei propri piani di qualità dell’aria. Le limitazioni alla circolazione restano comunque possibili anche prima della scadenza, se motivate da aggiornamenti nei piani regionali.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit), guidato da Salvini, ha espresso “grande soddisfazione”, ribadendo che il provvedimento va incontro ai cittadini e alle imprese. Anche il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto ha definito la proroga “una scelta di buon senso”, utile a favorire una transizione sostenibile e graduale nel settore della mobilità.

Le critiche delle opposizioni e l’allarme del Codacons

Il nuovo termine per il blosso alle auto diesel Euro 5 è fissato al 1° ottobre 2026, dando così alle Regioni maggiore margine per pianificare le misure di riduzione delle emissioni. Un cambiamento significativo riguarda anche l’estensione del divieto: non più ai comuni con oltre 30.000 abitanti, ma solo a quelli oltre i 100.000. “È una scelta di buonsenso”, ha dichiarato soddisfatto il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, sottolineando l’importanza di coniugare tutela ambientale e sostenibilità sociale.

Non sono mancate però le polemiche. Le opposizioni hanno lasciato per protesta i lavori delle commissioni, denunciando una gestione frettolosa e poco trasparente. Il deputato del PD Andrea Casu ha parlato di “un pasticcio infinito”, criticando la mancanza di tempo per analizzare i contenuti dell’emendamento. Sul fronte delle associazioni dei consumatori, il Codacons ha accolto con favore la proroga, sottolineando che il rinvio salva 1,3 milioni di vetture che altrimenti sarebbero risultate “fuorilegge”.

Tuttavia, ha anche ricordato che le Regioni non possono più permettersi ritardi, chiedendo l’adozione urgente di misure strutturali per migliorare la qualità dell’aria e ridurre l’inquinamento, in linea con i vincoli imposti dall’Unione Europea. Il problema dell’obsolescenza del parco auto italiano, tra i più vecchi d’Europa, resta irrisolto in assenza di incentivi statali concreti per l’acquisto di veicoli a basso impatto ambientale.

Leggi anche

Pressione degli pneumatici: gli errori che commettono anche i conducenti più esperti