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Carburanti, caos accise: è polemica, la benzina non cala come previsto, ma il diesel aumenta
Dopo il riordino delle accise, i consumatori denunciano anomalie nei prezzi dei carburanti. La magistratura indaga su possibili speculazioni.
Il 15 maggio 2025 è entrato in vigore il decreto che ha ricalcolato le accise sui carburanti, con l’intento di armonizzare la tassazione tra benzina e gasolio. Mentre l’aumento dell’accisa sul gasolio era previsto, il mancato abbassamento delle accise sulla benzina ha destato non poche perplessità. Le associazioni dei consumatori, tra cui l’Unione Nazionale Consumatori (UNC), denunciano anomalie nei prezzi e sospettano possibili speculazioni da parte degli operatori del settore. La magistratura potrebbe presto essere coinvolta per chiarire le responsabilità.
Il contrasto tra gasolio e benzina
L’intervento fiscale del governo doveva produrre un effetto neutro per i consumatori: l’aumento del gasolio, infatti, sarebbe stato bilanciato da una diminuzione corrispondente della benzina. Tuttavia, i dati forniti dall’UNC mettono in evidenza un quadro ben diverso. In autostrada, la benzina ha visto una riduzione di appena 0,1 centesimi al litro, mentre il gasolio è aumentato di 1,5 centesimi al litro.
Questo divario ha suscitato preoccupazione, con l’UNC che parla di un rincaro del gasolio 15 volte superiore al (mancato) calo della benzina. Un’asimmetria che, secondo le associazioni, potrebbe nascondere pratiche speculative a danno degli automobilisti.
Le reazioni delle associazioni e le ipotesi di speculazione
Secondo il Codacons, l’aumento del gasolio e la sostanziale stagnazione dei prezzi della benzina potrebbero configurarsi come “andamenti anomali“. L’associazione ha già annunciato l’intenzione di depositare esposti presso le Procure della Repubblica di tutta Italia, ipotizzando reati come truffa aggravata e aggiotaggio.
Massimiliano Dona, presidente dell’UNC, ha dichiarato che nonostante l’attesa di un assestamento dei prezzi nei giorni successivi all’entrata in vigore del decreto, il divario tra i due carburanti è rimasto stabile. Il governo è stato invitato a fornire maggiore trasparenza riguardo agli incassi derivanti dal nuovo assetto fiscale e a valutare una riduzione delle accise sulla benzina per riequilibrare i costi per gli automobilisti.
Le spiegazioni dei produttori di carburanti
Dal canto loro, i petrolieri respingono le accuse di speculazione. Secondo l’Unem, l’associazione che rappresenta le imprese del settore energetico, le variazioni nei prezzi sarebbero dovute non a manovre arbitrarie, ma all’andamento delle quotazioni internazionali. Dal 1° maggio, le quotazioni internazionali sono aumentate di oltre 3 centesimi al litro per entrambi i carburanti, ma i petrolieri affermano che questo rincaro non è stato trasferito integralmente sui consumatori.
Il gasolio, infatti, ha registrato un incremento contenuto di 1,3 centesimi al litro, mentre per la benzina il lieve calo è stato il risultato dell’effetto combinato tra riduzione delle accise e aumento delle quotazioni internazionali.
L’effetto negativo sugli automobilisti
Nonostante le diverse interpretazioni, il riordino delle accise sembra aver generato più confusione che benefici. Piuttosto che riequilibrare la tassazione tra benzina e gasolio, il meccanismo ha portato a nuovi squilibri, con un impatto più significativo sui possessori di auto a benzina. Mentre il dibattito politico e giudiziario si intensifica, resta il sospetto che dietro a questi aumenti ci sia qualcosa di più delle sole leggi di mercato. Senza contare il fatto che l’aumento del prezzo del diesel potrebbe avere anche un riflesso nel carrello della spesa, visto che la maggior parte delle merci viene trasportata in Italia su strada.
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