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Scontro totale in Tesla: i dipendenti vogliono la testa di Musk… e lui li cancella
E’ un anno difficile per Tesla alle prese con il calo delle vendite. In azienda si chiedono le dimissioni di Musk, mentre cresce l’ipotesi di un successore.
Il 2025 si sta rivelando un anno turbolento per Tesla, con un clima di incertezze che coinvolge sia il futuro dell’azienda che la leadership di Elon Musk. Dopo un periodo di espansione e innovazione, l’azienda californiana sta facendo i conti con una crisi di vendite che ha messo in discussione le sue strategie, tanto che un gruppo di dipendenti ha pubblicamente chiesto le dimissioni del CEO. A pesare sulle sorti di Tesla, c’è anche il calo delle vendite e un crescente malcontento legato alla gestione di Musk, soprattutto per le sue scelte politiche e per le sue numerose attività che distraggono dalla guida di Tesla.
Il declino delle vendite e il malcontento interno
Nel primo trimestre del 2025, i dati di vendita di Tesla sono stati tutt’altro che entusiasmanti. Nonostante il lancio della Tesla Model Y 2025, l’azienda ha visto aumentare il numero di veicoli invenduti, con molti modelli rimasti invenduti e accumulati nei magazzini, anche grazie a sconti aggressivi come quelli applicati in Italia.
La situazione ha convinto molti dipendenti a sollevare la questione pubblicamente, chiedendo a Elon Musk di fare un passo indietro. Il crescente malcontento ha portato alla diffusione di una lettera aperta su X (la piattaforma di social media di Musk), che però ha visto come risposta la sospensione degli account utilizzati per la condivisione del documento, un’azione che ha suscitato ulteriori critiche.
Il possibile successore: Tom Zhu
In un momento critico, il nome di Tom Zhu, attuale numero due di Tesla, è diventato quello più discusso come possibile successore di Musk. Zhu, che ha ricoperto ruoli chiave nel mercato cinese e successivamente come supervisore globale delle operazioni, è visto come una figura solida e pragmatica, lontano dai riflettori e dalla politica.
Con una carriera che ha visto l’espansione e la gestione operativa dell’azienda in più regioni, Zhu è conosciuto per il suo approccio basato sull’esecuzione e sulla gestione efficace delle operazioni, caratteristiche che potrebbero rivelarsi cruciali per il futuro di Tesla.
La crisi legislativa in New York e le difficoltà politiche
A complicare ulteriormente la situazione di Tesla ci sono anche le difficoltà politiche che la compagnia sta affrontando negli Stati Uniti. In particolare, New York sta discutendo una modifica legislativa che potrebbe costringere Tesla a chiudere diversi showroom nello stato. La legge, che dal 2014 vieta la vendita diretta di veicoli senza l’intermediazione dei concessionari, ha permesso a Tesla di operare grazie a una speciale esenzione, ma questa potrebbe venire meno nel 2026.
Il cambiamento legislativo è stato sostenuto dalla senatrice Patricia Fahy, che ha accusato Musk di non sostenere più attivamente la transizione energetica e di avere posizioni politiche controverse, come quelle assunte durante la sua collaborazione con l’amministrazione Trump. Secondo Fahy, il superamento dell’esenzione favorirebbe una maggiore concorrenza nel mercato delle auto elettriche, riducendo il monopolio di Tesla.
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