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Settore auto, altro che incentivi: il Governo prepara i Contratti di sviluppo
Anziché confermare gli incentivi, il Governo prepara i Contratti di sviluppo per sostenere il settore auto, una filiera strategica.
Al posto degli incentivi, per aiutare il settore auto l’esecutivo prepara i Contratti di sviluppo. Il Ministero dell’Ecomomia e delle Finanze ha, infatti, stabilito un’integrazione dei fondi previsti nella Legge di Bilancio, incrementando a 2,2 miliardi il sussidio alle filiere strategiche della Nazionale, compresa quella delle quattro ruote.
Attraverso tale misura, il Mise desidera “realizzare almeno 40 nuovi progetti d’investimento su tutto il territorio nazionale nei settori: automotive, microelettronica e semiconduttori, metallo ed elettromeccanica, chimico-farmaceutico, turismo, design, moda e arredo, agroindustria e tutela ambientale”.
Lo strumento adottato è quello dei Contratti di Sviluppo, rimpinguato con risorse previste dal Pnrr, rispetto ai 450 milioni stanziati in Manovra. Nello specifico, “sono disponibili – si legge ancora nel comunicato del Ministero – 750 milioni di euro per progetti di investimento legati alla digitalizzazione, innovazione e competitività delle filiere del made in Italy e 1 miliardo di euro per rafforzare gli investimenti, anche in ricerca e innovazione, sulle principali filiere della transizione ecologica, favorendo anche i processi di riconversione industriale con la costruzione di ‘gigafactory’ per realizzare batterie e pannelli fotovoltaici e per l’eolico”.
Chi ne trarrà beneficio
Il contributo economico andrà a vantaggio dei piani che “puntano ad accrescere la competitività del sistema produttivo italiano all’interno delle strategiche filiere europee dall’alto valore tecnologico e industriale”, ha dichiarato il ministro Giancarlo Giorgetti. Che ha poi proseguito: “Lo strumento dei Contratti di sviluppo è stato ridisegnato proprio con l’obiettivo di agevolare la realizzazione di progetti d’investimento che favoriscono la reindustrializzazione e la valorizzazione del nostro patrimonio industriale, incentivando programmi di ricerca e di trasferimento tecnologico che sono la chiave per vincere la sfida della transizione digitale e green”.
Inoltre, i finanziamenti saranno legati a impegni concreti e programmi “funzionali alla nascita, allo sviluppo o al rafforzamento di imprese appartenenti a filiere strategiche che siano in grado di aumentare la produttività e la crescita economica del Paese oltre che generare un impatto positivo sull’occupazione”, recita la nota del Mise.
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