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Riforma concessioni autostrade: concorrenza e pedaggi. Cosa cambia

Autostrada cartelli pedaggio Telepass

Inserita nel disegno di legge Concorrenza, deve essere approvata entro fine anno per rispettare gli obblighi legati alla settima rata del PNRR.

La riforma delle concessioni autostradali è in dirittura d’arrivo, con l’obiettivo di approvarla entro la fine dell’anno per rispettare uno dei 69 target necessari per ottenere la settima rata del Pnrr. Inserita nel ddl Concorrenza, la riforma punta a bilanciare gli interessi di investitori privati e utenti. Come ha dichiarato il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini, il provvedimento mira a garantire “tranquillità e serenità” ai concessionari, favorendo gli investimenti, e al contempo a correggere le disuguaglianze tra pedaggi nelle diverse aree del Paese.

Tra le novità principali, la durata massima delle concessioni sarà limitata a 15 anni, con possibilità di estensione solo per completare lavori complessi. Tuttavia, tali norme riguarderanno solo le nuove concessioni, mentre quelle esistenti continueranno a seguire le regole attuali fino alla loro scadenza.

Nuovi modelli tariffari e abbandono del pedaggio unico

Un aspetto cruciale della riforma riguarda il sistema tariffario. Sarà introdotto un modello innovativo, già sperimentato su alcune tratte, che prevede tre componenti: due a beneficio del concessionario e una destinata al concedente, il cosiddetto extragettito, da utilizzare per finanziare investimenti senza incrementare i costi per gli utenti.

Casello Autostrada
Casello Autostrada

La proposta iniziale di un pedaggio unico nazionale è stata accantonata, in linea con il principio europeo del “pay-per-use”. Nicola Zaccheo, presidente dell’Autorità di regolazione dei trasporti, aveva criticato questa ipotesi, sostenendo che i pedaggi debbano riflettere i costi di realizzazione delle infrastrutture. Similmente, anche l’idea di far gestire i pedaggi direttamente dallo Stato è stata abbandonata, poiché avrebbe trasferito i rischi legati al traffico dall’operatore pubblico al privato.

Autostrade dello Stato: il nuovo assetto operativo

Parallelamente, la Legge di Bilancio 2025 ha accelerato l’operatività di Autostrade dello Stato, la società destinata a gestire le autostrade statali a pedaggio. Una procedura in due fasi permetterà ad Anas di trasferire le proprie partecipazioni azionarie a Ferrovie dello Stato, che a sua volta le assegnerà alla nuova società attraverso una scissione. Questo processo, esente da imposte fiscali, punta a creare un sistema integrato ed efficiente per la gestione delle infrastrutture.

Il governo ha inoltre annunciato la creazione di un fondo unico nazionale per finanziare investimenti strategici, con particolare attenzione alla sicurezza stradale. La riforma, se confermata, rappresenterà un passo significativo verso un sistema più equilibrato e sostenibile.


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Riproduzione riservata © - MM

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