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Italia, le ricariche delle auto elettriche sono ancora troppo care
A partire dal 2035, le auto elettriche avranno l’esclusiva nel settore dell’automotive.
Infatti, il Parlamento Europeo ha recentemente confermato il chiaro intento di eliminare una volta per tutte le vetture a combustione, ossia quelle alimentate a benzina, gasolio, GPL o metano. Una normativa del genere mira a un abbattimento sensibile dell’impatto sul nostro pianeta, con il divieto assoluto di immatricolare veicoli dalla data successiva rispetto a quella menzionata.
Eppure, nel nostro Paese, qualcosa va ancora storto in questo senso. L’Italia sembra cercare di procrastinare un destino che appare ormai ineluttabile. Non a caso, il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini non ha nascosto la propria vena critica contro le misure dell’Unione Europea. Nonostante questo ostracismo, sempre più vetture a emissioni zero vengono vendute, con un netto incremento nel corso degli ultimi anni. Cosa frena la diffusione definitiva di mezzi di trasporto così ecologici? Si può senz’altro dire che le ricariche troppo care abbiano posto un freno a una tendenza del genere.
Quanto costa ricaricare un’auto elettrica nell’Unione Europea
La situazione inerente la ricarica delle auto elettriche è piuttosto variegata all’interno dell’Unione Europea. In linea di massima, è possibile riscontrare un netto risparmio sulle spese di gestione, con un’entità pari a circa il 70% rispetto ai veicoli alimentati a combustione. Tuttavia, ogni casa automobilistica e modello possiedono determinate caratteristiche, in grado di incidere in misura fondamentale sulla somma di denaro da corrispondere. Inoltre, ciascun Paese applica tariffe specifiche che non possono essere lasciate in secondo piano.
Una menzione a parte la merita a tal proposito l’Irlanda. All’interno della nota isola del Nord Europa, i guidatori possono pagare tra i 6 e i 30 euro per la ricarica completa a domicilio delle loro vetture a zero emissioni. Anche in questo frangente, la marca e il modello possono fare una netta differenza. Ad ogni modo, spese così contenute hanno indotto il Governo del Paese ad anticipare l’obbligo di usare solo le vetture elettriche. Infatti, solo da queste parti, i motori a combustione saranno aboliti addirittura dal 2030, con quasi un automobilista su due che ha immatricolato veicoli elettrici e ibridi nel 2023.
Ogni nazione sceglie di muoversi in piena autonomia e detta le proprie tariffe a seconda di varie circostanze. Tra i fattori che assumono un ruolo determinante, vanno segnalati l’uso delle fonti energetiche rinnovabili o a basse emissioni, l’entità delle tasse, la cifra esatta dei sussidi erogati ai cittadini e la situazione economica e politica a carattere generale. Va da sé che le colonnine ricarica auto hanno acquisito una forte diffusione anche nelle apposite piazzole pubbliche.
I cinque Paesi europei nei quali le ricariche delle vetture elettriche sono più care
Il trend inerente alle auto elettriche sembra inarrestabile, ma gli alti costi di gestione possono fungere da repellente. Quali sono i cinque Paesi europei nei quali le spese riguardanti le ricariche sono più elevati rispetto agli altri? Ecco la classifica, partendo dal quinto posto fino a giungere al primo.
5. Romania
La quinta piazza di questa graduatoria non proprio gratificante viene occupata dalla Romania. Qui vanno pagati poco più di 8 euro per un tragitto da 100 chilometri, con 27,66 euro necessari per una sola ricarica.
4. Italia
La nostra cara Italia è in quarta piazza in merito ai costi delle ricariche elettriche, e non è un buon risultato. Una sola ricarica costa 21 euro, mentre ce ne vogliono 6,12 per guidare per 100 chilometri sena emissioni. La situazione non è migliorata nel corso del 2022 rispetto all’anno precedente, ma qualcosa sembra andare per il verso giusto e il Governo ha introdotto alcuni incentivi per facilitare la rottamazione di un’auto a combustione e l’acquisto conseguente di una elettrica.
3. Repubblica Ceca
Sul terzo gradino del podio troviamo le Repubblica Ceca. Per 100 chilometri alla guida servono 6,90 euro, mentre per ricaricare una vettura da zero ne occorrono 23,68. Anche in questo caso, l’elettrico fa molta fatica a sfondare. Tuttavia, il 2023 sembra un anno di inversione di tendenza.
2. Belgio
A sua volta, chi è in possesso di una vettura elettrica in Belgio è costretto a spendere in media 27,66 euro per una ricarica e poco più di 8 per 100 chilometri da percorrere. Chi conduce un mezzo elettrico può accedere a benefici e sussidi a livello regionale, oltre a incentivi per installare stazioni di ricarica a casa.
1. Danimarca
In Danimarca, si spende davvero tanto per ricaricare un mezzo elettrico da zero, ben 36,17 euro per un solo ciclo. Per fare 100 chilometri, servono 10,53 euro. Ad ogni modo, le vendite aumentano a vista d’occhio e vanno di pari passo con quote di mercato sorprendenti in merito all’elettricità pura. Nonostante i costi elevati, resta pur sempre un esempio da seguire.
Com’è la situazione in Italia
Cosa bisogna sapere sulla situazione delle vetture elettriche in Italia? Il 2023 è stato finora un anno di crescita assoluta in questo senso. Motous-E ha diffuso un insieme di dati che possono essere considerati eloquenti. Nel mese di luglio dell’anno in corso sono state immatricolate 500 vetture elettriche in più rispetto allo stesso mese del 2022, per una quota di mercato salita dal 3,27% al 3,42%. L’immatricolazione è a sua volta aumentata in misura sostanziale, passando da 28 mila a 36 mila veicoli.
Tuttavia, i volumi non sono sufficienti e la quota è scesa di circa un punto. Questo triste fenomeno è dovuto a incentivi insufficienti e da punti di ricarica mal posizionati, con lunghi tragitti senza trovare una stazione pubblica. Va meglio invece, per quanto riguarda le vendite. La crescita italiana non è paragonabile rispetto alla media europea, ma l’andamento resta in segno positivo, seppur migliore solo se messo a confronto con la Spagna.
Se si pensa che in Germania, nei primi sei mesi del 2023, sono state immatricolate ben 220 mila vetture elettriche, che in Regno Unito sono state superate le 150 mila e in Francia le 138 mila, i 32 mila veicoli del Bel Paese restano un dato deficitario. Si spera che, nei prossimi anni, la situazione possa cambiare in vista dell’obbligo di immatricolazione di vetture a zero emissioni, fissato dall’Unione Europea per il 2035. La scadenza si sta avvicinando e bisogna iniziare a muoversi.
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