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La patente a punti in Italia: un bilancio di due decenni tra luci e ombre
Analisi della patente a punti, due decenni dopo l’introduzione: tra successi, fallimenti e necessità di riforme.
Da quando è stata introdotta nel 2003, la patente a punti ha avuto un impatto significativo sulla sicurezza stradale in Italia. Il suo sistema incentivante ha ridotto il numero di incidenti stradali e promosso una guida più responsabile. Tuttavia, con il passare del tempo, i limiti di questo sistema sono diventati sempre più evidenti.
Dai dati ministeriali, risulta che ben 11,8 milioni di patenti attive nel 2003 non hanno mai subito decurtazioni di punti. Anche se il sistema ha permesso di premiare i conducenti per la buona condotta, rimane il fatto che solo 818 mila patenti oggi hanno meno di 20 punti.
Il sistema di punteggio è stato ampiamente abusato. Tra il 2003 e il 2005, è nato un “mercato dei punti“, in cui le persone erano disposte a dichiararsi responsabili delle infrazioni al posto dei veri trasgressori in cambio di denaro. Questo fenomeno è stato bloccato dalla Corte Costituzionale nel 2005.
Il mercato dei punti e l’intervento del governo
Nell’ultimo decennio, il governo ha cercato di intervenire per correggere questi problemi. Un recente disegno di legge intende utilizzare il punteggio della patente come criterio per attribuire una minisospensione a chi commette gravi violazioni.
A distanza di vent’anni, il bilancio del sistema di patente a punti è contrastato. Da un lato, ha contribuito a promuovere una guida più sicura e responsabile. Dall’altro lato, i suoi limiti sono diventati sempre più evidenti.
I dati mostrano che, nonostante il sistema, ogni anno sulle strade italiane muoiono circa 3.000 persone in 150.000 incidenti. Questo suggerisce che, nonostante l’introduzione della patente a punti, c’è ancora molto da fare per migliorare la sicurezza stradale in Italia.
La sfida per il futuro sarà quella di raffinare e aggiornare il sistema, in modo da renderlo più efficace nell’incoraggiare una guida sicura e responsabile. Solo allora la patente a punti potrà davvero essere considerata un successo.
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