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Dieselgate: L’era Stadler si conclude tra ombre e rivelazioni
La condanna dell’ex CEO di Audi, Rupert Stadler svela un nuovo capitolo dello scandalo delle emissioni truccate.
Rupert Stadler, l’ex CEO di Audi, è stato condannato a un anno e nove mesi di carcere sospeso e a una multa di 1,1 milioni di euro. Questo è l’epilogo di una delle trame penali legate al noto Dieselgate, con la sentenza emessa dal tribunale regionale di Monaco di Baviera. Un capitolo che ha segnato la storia automobilistica moderna giunge a una conclusione, palesando una verità inquietante.
Stadler, arrestato nell’estate del 2018 e processato dal settembre 2020, ha sempre sostenuto la propria innocenza. Tuttavia, il mese scorso, nel contesto di un accordo di patteggiamento con i pubblici ministeri, l’ex amministratore delegato ha confessato la sua colpevolezza.
Ecco gli altri condannati
Con la conferma dell’accordo, il tribunale ha chiuso il procedimento giudiziario. La sentenza impone a Stadler, che ha già scontato quattro mesi ai domiciliari, la condizionale e l’obbligo di pagare una pesante multa. È il primo dirigente di alto livello del gruppo Volkswagen a dover affrontare la giustizia in seguito allo scandalo del Dieselgate, un’infamia legata alla manipolazione illegale dei sistemi anti-inquinamento.
Tra gli altri imputati condannati c’è Wolfgang Hatz, ex capo dello sviluppo dei motori, che, dopo aver ammesso la propria colpevolezza, ha anch’egli ottenuto una condanna con sospensione della pena. Martin Winterkorn, ex CEO di Volkswagen, ha invece avuto il suo processo posticipato a causa di problemi di salute.
La sentenza di Stadler rappresenta un punto di svolta nel lungo e tormentato percorso legale del Dieselgate, offrendo un monito a tutti coloro che, in futuro, potrebbero essere tentati di eludere le norme per la tutela dell’ambiente. Un capitolo si chiude, ma l’eco del Dieselgate continuerà a risuonare nell’industria automobilistica per molto tempo.
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