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La bolla delle startup elettriche scoppia: licenzia anche Lucid
Lucid, Rivian e altre aziende annunciano tagli della forza lavoro e nuove strategie di gestione dei costi per ristrutturazione.
La bolla delle startup elettriche si è definitivamente rotta, con un calo dei valori in borsa e annunci di riduzioni significative della forza lavoro, come Lucid. Ad esempio, ha intenzione di licenziare circa 1.300 lavoratori, il 18% del suo organico, nell’ambito di un piano di ristrutturazione che dovrebbe concludersi entro la fine del secondo trimestre.
Non è una sorpresa, considerando che Lucid ha annunciato una nuova strategia di gestione dei costi a seguito della pubblicazione di conti annuali con una perdita di 2,6 miliardi di dollari su ricavi di poco più di 600 milioni. Inoltre, l’azienda non riesce a soddisfare la domanda, con 28.000 prenotazioni ma una capacità produttiva per il 2023 compresa tra 10.000 e 14.000 veicoli. Anche se ciò rappresenta un miglioramento rispetto al 2022, Lucid ha consegnato solo 4.300 veicoli e ha richiamato 600 auto.
Gli altri brand chiamati in causa
Non solo Lucid è in difficoltà, ma anche altre aziende come Rivian, che ha annunciato il taglio del 6% dei suoi 14.000 dipendenti, Arrival con una riduzione del 50%, e Nikola con un calo del 7%. Faraday, invece, ha optato per una riduzione degli stipendi del 25%.
Anche i colossi dell’auto statunitensi stanno attuando piani di riorganizzazione. Ford ha licenziato 3.000 lavoratori nordamericani lo scorso anno, Stellantis ha chiuso l’impianto di Belvidere (Illinois), e General Motors ha lanciato un programma di incentivi all’esodo per 17.700 dipendenti. Le sfide affrontate dalle startup elettriche evidenziano l’urgenza di adottare nuove strategie per gestire i costi e rispondere alle esigenze del mercato.
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