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Euro 7: un bivio per l’industria automobilistica
Costruttori in difficoltà chiedono rinvio dell’entrata in vigore, temendo conseguenze economiche per l’Euro 7.
Le principali case automobilistiche stanno manifestando la loro preoccupazione per l’imminente introduzione dello standard Euro 7 a metà del 2025. Audi, ACEA e Skoda stanno chiedendo di posticipare l’entrata in vigore delle nuove normative, ritenendo che queste possano ostacolare lo sviluppo dell’elettrificazione e causare gravi ripercussioni economiche.
Narkus Duesmann, CEO dell’Audi, afferma che l’attuale proposta va modificata, in quanto non lascia abbastanza tempo alle case automobilistiche per adeguarsi. Le nuove regole prevedono limiti più rigidi per le emissioni inquinanti rispetto all’Euro 6, includendo anche le emissioni di particolato provenienti dai freni e dai pneumatici. Per conformarsi, i costruttori dovrebbero investire ingenti somme per aggiornare i motori termici, trasferendo i costi ai consumatori.
La visione delle case automobilistiche
Le case automobilistiche vedono l’Euro 7 come una distrazione inutile, in quanto riguarderebbe solo l’ultima generazione di motori termici, destinati a scomparire dopo il 2035. I sostenitori dell’Euro 7, invece, sostengono che le nuove norme salverebbero migliaia di vite grazie alla riduzione dell’inquinamento.
L’ACEA, l’associazione dei principali costruttori europei, concorda con Duesmann, sostenendo che l’investimento sull’Euro 7 avrebbe un vantaggio ambientale marginale e rallenterebbe la transizione verso la neutralità climatica. Luca de Meo, presidente dell’ACEA e del Gruppo Renault, teme che i nuovi regolamenti possano portare alla chiusura di diverse fabbriche in Europa.
Martin Jahn, capo delle vendite della Skoda, conferma queste preoccupazioni, dichiarando che la casa ceca potrebbe chiudere uno stabilimento e ritirare alcuni modelli, con almeno 3.000 posti di lavoro a rischio, se l’Euro 7 dovesse entrare in vigore senza modifiche.
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