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F1, Stefano Domenicali parla della sfida che i capi squadra dovranno affrontare in nuovi team
L’amministratore delegato della F1, è curioso di vedere come chi ha cambiato squadra in inverno affronterà il nuovo ambiente di lavoro.
Stefano Domenicali crede che diversi capi squadra di F1 dovranno affrontare una sfida per adattarsi ai loro nuovi ambienti di lavoro a seguito dei numerosi cambiamenti durante l’inverno.
Frédéric Vasseur è passato dall’Alfa Romeo alla Ferrari, mentre l’Alfa avrà un Team Representative nella persona di Alessandro Alunni Bravi, già Amministratore Delegato del Gruppo Sauber.
Sempre in Sauber, Andreas Seidl è diventato CEO dopo essersi trasferito dalla McLaren. Il posto vacante di Seidl è stato occupato da Andrea Stella. Con Jost Capito che ha lasciato la Williams a dicembre, James Vowles (ex Motorsport Strategy Director alla Mercedes) si unirà come nuovo Team Principal prima dell’inizio della stagione 2023.
Domenicali è curioso di vedere come, alcuni di coloro che ricoprono nuovi ruoli, gestiranno il passaggio da un team all’altro.
Domenicali affascinato da cosa accadrà
“Quello che sarà interessante è vedere come reagiranno con diversi berretti”, ha detto Domenicali in un’intervista a Sky Sports F1. “Perché, quando indossi il berretto di una piccola squadra, devi proteggere certe cose. Quando sei dalla parte opposta, dovresti avere lo stesso tipo di visione, per proteggere lo sport. Ma, ovviamente, stai gestendo una grande squadra”.
“Quindi sono sicuro che Fred (Vasseur) stia iniziando questa nuova esperienza con un modo incredibile per dimostrare che può essere efficace il prima possibile. Come ho detto, la dimensione della squadra è totalmente diversa. Per Andreas (Seidl), è il contrario. Di sicuro, i cambiamenti che stanno facendo gli altri team, pensando alla McLaren, avranno un certo effetto, e sarà importante vedere come le diverse relazioni cambieranno indossando berretti diversi”.
“È qualcosa che mi affascina iniziare a imparare nei prossimi giorni. Certo, sono in contatto ogni giorno con tutti, perché è importante. Ho il dovere impostare una visione a questo sport e condividerla con le squadre. E dirò che tutti, nonostante le presenze, lavorano per il meglio di questo sport, non solo per il meglio del squadra”.
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