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Dacia: “prezzi compatte volano, attireremo chi non lo accetta”
Mentre i prezzi dei suv compatti sono destinati a schizzare verso l’alto, Dacia cercherà di attirare gli automobilisti che non lo accettano.
La rapida ascesa ha reso Dacia uno dei protagonisti assoluti del mercato, con oltre 500 mila immatricolazioni all’anno. Eppure, la Casa rumena non sembra volersi fermare. Con l’inflazione e le nuove normative, tanti clienti potrebbero sceglierla per ragioni economiche. Oltre a scendere di segmento, sarebbero potenzialmente interessati a un’alternativa più accessibile dello stesso comparto.
Un milione di vetture vendute all’anno: le ambizioni della Dacia sono molto elevate, suffragate dalle new entry dei prossimi anni. Già nel 2024 dovrebbe sbarcare nelle concessionarie la nuova generazione di Duster, storico best seller del Costruttore. Quindi, nel 2025 uscirebbe dalla catena di montaggio la Bigster, a cui seguirebbero due modelli di piccola taglia. Tanto bolle in pentola per la compagnia del gruppo Renault, che mette nel mirino il segmento C a ruote alte.
Listini diversi dalla concorrenza
Interpellato da Automotive News, Xavier Martinet, vicepresidente Vendite e Marketing della Dacia, ha illustrato i piani commerciali dell’azienda. “Vogliamo rimanere la proposta con il miglior rapporto qualità-prezzo, ma non abbiamo in programma di avere gli stessi listini degli altri marchi generalisti”, ha esordito. “Bisogna fare delle scelte ogni giorno – ha proseguito -. Abbiamo discusso di pezzi che costano 50 centesimi, ma se risparmi 50 centesimi su migliaia di auto o per diversi anni, arrivi a una somma non indifferente”.
Martinet si è poi soffermato sui suv di piccola taglia, che fino poc’anzi costavano in media intorno ai 25mila euro. Con la futura introduzione dello standard di emissioni Euro 7 si prospetta un netto rincaro: “Vedremo i prezzi delle C-Suv salire ben oltre i 30 mila euro, raggiungendo persino i 40 mila. Possiamo continuare ad attirare i nostri clienti storici, ma pure quelli di altri brand che non vogliono pagare di più”.
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