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Stellantins: licenziati 1.200 operai
A causa dei crescenti costi necessari per sostenere la transizione verso la mobilità elettrica, il gruppo Stellantis ha deciso di chiudere uno dei suoi siti di assemblaggio negli Stati Uniti.
Lo stabilimento di Belvidere in Illinois chiuderà i battenti il 28 febbraio 2023 e per i circa 1.200 dipendenti partirà una procedura di licenziamento, anche se la società ha promesso che potrebbero essere trasferiti in altre posizioni o fabbriche. “Il nostro settore è stato influenzato negativamente da una moltitudine di fattori come l’attuale pandemia da coronavirus e la carenza globale di microchip, ma la sfida più difficile da affrontare è l’aumento dei costi legati all’elettrificazione del mercato automobilistico”, hanno spiegato dalla sede nordamericana di Auburn Hills.
“Una misura difficile ma necessaria”
La decisione di chiudere lo stabilimento, attualmente dedicato esclusivamente alla produzione della Jeep Cherokee, è stata descritta dalla società come “una misura difficile ma necessaria” e ha avviato un processo per “identificare altre opportunità di riutilizzo della struttura di Belvidere”. Il presidente del sindacato dei metalmeccanici Uaw, Ray Curry ha etichettato la decisione come “inaccettabile”, in soprattutto considerato il periodo dell’anno: “Annunciare la chiusura a poche settimane dalle vacanze natalizie è anche un segnale di crudele disprezzo” nei confronti degli iscritti alle organizzazioni sindacali locali.
La cessazione, non dipendente da fattori quali la probabilità di un imminente rallentamento economico o la ripresa delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro, è legata anche al trend negativo delle vendite americane della Cherokee, che ha raggiunto un calo di circa il 61% nei primi nove mesi dell’anno e ha reso il progetto incapace di sostenere la sua capacità produttiva: attualmente, è attivo solo uno dei tre turni lavorativi e, negli ultimi mesi, a causa della carenza di semiconduttori le attività sono state sospese svariate volte.
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