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Lamborghini: dall’elettrico alla borsa
Il famoso marchio d’auto Lamborghini nelle parole del suo CEO, Stephan Winkelmann parla del futuro della gamma.
Il marchio Lamborghini guarda verso il futuro, ossia verso l’elettrico. Ai microfoni di Repubblica, il CEO Stephan Winkelmann parla così: “A settembre è uscita dalla fabbrica l’ultima Aventador con motore aspirato. È stato un momento molto commovente. Presenteremo il modello ibrido alla fine del primo trimestre del 2023 e la produzione partirà nella seconda parte dell’anno. Stiamo ristrutturando la linea di assemblaggio, che quando sarà il momento potrà accogliere l’altra nostra supersportiva, la futura Huracán ibrida, che arriverà invece nel 2024 quando l’intera gamma, Urus compresa, avrà una versione plug-in“.
Parlando invece dei possibili effetti di questa elettrificazione: “I megatrend dell’industria sono chiarissimi: sostenibilità, digitalizzazione, elettrificazione. La nostra sfida, che siamo certi di vincere, è mantenere l’autenticità dei nuovi modelli rispetto alla nostra storia.”
Verso la Borsa
Il CEO di Lamborghini, Stephan Winkelmann parla così a Repubblica sull’uso dei carburanti sintetici: “Abbiamo il tempo per decidere. Il punto fondamentale è che le auto dovranno essere a emissioni zero e su questo saremo certamente pronti. È importante capire che cosa verrà deciso nel resto del mondo: i nostri modelli devono essere omologabili in ogni mercato, perché la Lamborghini è amata ovunque. Se la benzina sintetica o le batterie a idrogeno saranno utilizzabili ovunque, allora le valuteremo“.
Conclude sulla possibile entrata in borsa: “È un discorso sulla bocca di molti già da anni. Questo significa che il mercato ci riconosce un grande valore e ci considera pronti ma oggi, all’interno del nostro gruppo, non ci sono segnali che possa arrivare una decisione in questa direzione. Quello che sappiamo è che guardano costantemente quello che succede all’interno di ogni singolo marchio. Ad ogni modo, secondo le valutazioni delle banche d’investimento, Lamborghini varrebbe tra i 10 e i 15 miliardi“.
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